Ieri la manifestazione “pro-Palestina” sotto l’orologio di Imola ha portato più forze dell’ordine che partecipanti. Chi passava per il centro a quell’ora vedeva che erano dispiegate due macchine dei Carabinieri, due della Polizia di Stato e una della Polizia Locale, e automaticamente pensava a una prevenzione di sicurezza. Però, tra i commercianti del centro, si era già diffusa la voce di un corteo “pro-Palestina”, e così si capisce tutto quello spiegamento, visto che i manifestanti di sinistra creano spesso violenze, anche se gli stessi, in altre occasioni, si riempiono la bocca della parola “antiviolenza”.
A Imola erano troppo pochi per mettere in piedi una guerriglia stile assalto alla redazione de La Stampa e, comunque, le manifestazioni spesso le fanno sotto la finestra del loro giornale di casa, che a nostro parere vive più di reddito di giornalanza che di una vera concorrenza a spese proprie, quindi non c’era problema di qualche devastazione.
Comunque si poteva notare che quelli presenti a questa manifestazione non erano persone realmente interessate a risolvere la situazione palestinese, che è sempre più grave nonostante l’armistizio tra lo Stato di Israele e l’organizzazione di resistenza Hamas, ma i soliti dei centri sociali, dei centri “antiviolenza”, dei sindacati. Addirittura qualche sindacalista che, quando c’era da difendere i lavoratori ingiustamente sospesi perché si erano rifiutati di accettare il ricatto di Draghi, non aveva fatto niente. Del mondo politico locale presente alla manifestazione c’era un assessore alla propaganda di sinistra — pardon, alla “cultura” — e un consigliere nostalgico del comunismo, tra l’altro rinnegato dagli stessi comunisti.
Tra i discorsi presentati vale la pena ricordare la suggestione del boicottaggio: ovviamente loro boicottano tutto ciò che non è conforme alla loro ideologia, ma il boicottaggio funziona sempre. Quindi, per battere questa sinistra perfida, lontana anni luce da chi dice di difendere e rappresentare, è proprio il boicottaggio sotto ogni forma delle loro iniziative, ricche di provocazioni solo per apparire. Il boicottaggio deve partire proprio dall’incoraggiare i nostri familiari a evitare e rifiutare qualsiasi iniziativa che si presenta come una roba civica ma che spesso nasconde altri intenti. Se sei un genitore cerca sempre di non lasciare i tuoi bambini essere coinvolti nelle iniziative di queste persone, a prescindere dal livello istituzionale, se non vuoi che tuo figlio si presenti un giorno a casa senza palle e tua figlia mutilata perché vuole diventare “macho”. E ricordatevi sempre che la strada verso l’inferno è sempre pavimentata di buone intenzioni… come questa, dove si protesta contro la guerra per dare contro a un governo che non condividono.
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