IMOLA – È arrivato oggi l’annuncio trionfale del protocollo di intesa “Imola Living Lab – Progetto WOW Women Motor”, promosso dal Comune di Imola insieme a un esercito di partner della Motor Valley: Pirelli, CRIF, Camera di Commercio di Bologna, e molti altri. Un’iniziativa che sulla carta vuole “promuovere la parità di genere e l’empowerment femminile”. Peccato che, alla prova dei fatti, sembri più un esercizio di retorica istituzionale tipica del PD che un reale passo avanti per l’uguaglianza. Già il nome suona come una contraddizione: “WOW Women Motor”. Ma se la parità è davvero l’obiettivo, perché ribadire la separazione? Il messaggio implicito è chiaro: questo è uno spazio per donne, non per tutti. E così, invece di abbattere le barriere, si rischia di ricostruirle in forma più elegante, ma altrettanto divisiva. La vera parità nasce dal coinvolgimento di tutti, non dall’esclusione. Un titolo più onesto e coerente poteva essere, ad esempio, “WOW Motor – per la parità di genere”. tipica di certa sinistra che finisce per alimentare l’odio tra i generi.
Nel comunicato si snocciola una lista di partner che fa impallidire un G7 industriale. Ma dietro questo muro di loghi, cosa c’è? Poco o nulla. Nessun dato, nessun obiettivo misurabile, nessuna indicazione concreta su cosa cambierà davvero. Domande elementari restano senza risposta: quante donne in più verranno assunte nei ruoli tecnici entro il 2028? Quale incremento di presenze femminili nelle facoltà STEM si punta a ottenere? Con quali strumenti, e chi valuterà i risultati? Senza numeri, tutto resta nel regno della propaganda…Laboratori, podcast, percorsi motivazionali: il solito armamentario di slogan e buone intenzioni che genera più comunicati stampa che cambiamenti reali. Altro dettaglio rivelatore: il piano triennale 2026–2028. E la prossima “giornata WOW”? A marzo 2026. Davvero la parità di genere può aspettare due anni di burocrazia? In un mondo che cambia alla velocità di un algoritmo, la lentezza programmata del progetto suona come un alibi perfetto per non fare nulla subito. Un calendario dilatato, tipico dei progetti che servono più a dire che “qualcosa si sta facendo” che a produrre effetti tangibili.
WOW Women Motor forse nasce con buone intenzioni, ma è chiaro che si muove nel terreno scivoloso della retorica istituzionale.
Nel tentativo di “includere”, rischia di dividersi, nel dichiarare di “innovare”, si ancora a una visione divisiva e propagandistica della parità di genere. La parità si costruisce con tutti, non per compartimenti stagni ed ogni “wow” per adeso suona solo come un’altra eco del vuoto.
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