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Cara Lanzon, memoria corta e regolamenti a intermittenza?

Cara Lanzon,
non sappiamo esattamente in che acque pubbliche o private ti scaldi ultimamente, visto che sei sparita dalla scena politica, salvo poi lamentarti dei problemi della tua piscina pubblica quando c’è da far pagare il Comune, e privata quando c’è da mettere come dipendenti quelli della tua galassia di sinistra visto che su Facebook ci hai bloccati per non farci vedere quello che scrivi.

Ma visto che abbiamo notato il tuo commento sul fotografo per il quale Panieri ha chiamato i Carabinieri nell’aula consiliare di Imola — fotografo regolarmente accreditato — ti vogliamo ricordare e raccontare agli imolesi quell’episodio in cui tu ci hai impedito di fotografare, non dall’interno dell’emiciclo, ma proprio dal pubblico, quando eri Presidente del Consiglio Comunale.

A quel punto noi cosa abbiamo fatto? Abbiamo preso l’aereo e, sempre più o meno in questo periodo, siamo tornati nel nostro Paese europeo. Alla società che gestisce TuttoImola.it abbiamo attivato i codici ATECO del giornalismo online e del fotogiornalismo (codici e documenti presentati anche al Ordine dei Giornalista di Bologna ancor prima che il Comune spendesse soldi in piste ciclabili e sottopassagio per arrivare alla tua piscina pubblica).  Tanto che, presso il registro delle attività, al giudice del tribunale che gestisce quel registro abbiamo dovuto chiedere espressamente di esplicitare il codice ATECO, visto che era stato implementato nella maniera generale “creazione artistica”. Conoscendo che in Italia alcuni non arrivano oltre il loro cortile, abbiamo chiesto espressamente di esplicitare il codice, dicendo che altrimenti avremmo avuto problemi con i Carabinieri se non si capiva che si trattava di giornalismo, fotogiornalismo, giornale online

E a questo punto lasciami dire un altro episodio: quando tu eri Presidente del Consiglio, i tuoi amichetti di qualche gruppo Facebook — qualcuno diventato poi “giovane democratico” — facevano le foto nel Consiglio Comunale e tu sei stata zitta, mentre noi, per non inciampare nelle regole applicate a noi e non agli altri, addirittura abbiamo dovuto coprire con il nostro logo il pubblico.
Tra l’altro, con uno di loro sono adesso in Cassazione per una questione partita dall’utilizzo di una mia foto scattata nel Consiglio e usata contro i miei interessi senza essere citato, proprio dopo che tu mi avevi giustamente chiesto di mettermi in regola e dopo che io avevo investito soldi nei permessi e negli attrezzi, proprio per inserire dei tag nelle foto online per il copyright.

Se ti ricordi, siamo stati tra i primi e tra i pochi a investire nella possibilità di fare dei live dal Consiglio e dal Municipio, proprio per dare alla gente la possibilità di vedere certi comportamenti consigliari. Adesso che l’aula del Consiglio Comunale è attrezzata, non capiamo perché vengano interrotte le immagini proprio nei momenti in cui qualcuno parla di ipotetici problemi di ordine pubblico o quando qualche consigliere comunale — personaggio pubblico per sua volontà — parla di privacy.

Visto che parlavi di regolamento, ci saremmo aspettati da te che dicessi qualcosa sul comportamento istituzionale del Sindaco nell’aula consiliare, dove il Presidente del Consiglio Comunale è qualcun altro. Cosa avresti detto, da donna che spinge tanto per il femminismo, se Manca ti avesse ignorata nella tua qualità di Presidente del Consiglio Comunale, eh? Vedi, non ho fatto alcun accenno alla mia nazionalità perché non mi piace giocare la carta del razzismo, come fanno alcuni. Ma la cosa buffa è che, quando uno straniero prova davvero a fare qualcosa, se quelle cose non convengono alla vostra galassia di sinistra, quella che si riempie tanto la boccuccia di parole come “inclusione”,  allora si cerca di allontanarlo, intimidirlo con querele e altre trovate del genere.

Ma sai che ti dico? A te e a tutto il tuo mondo di sinistra: avete trovato il pane per i vostri denti.