L’esclusione di Imola dal calendario ufficiale della Formula 1 a partire dal 2026 non è solo una delusione per tifosi e albergatori. È una figuraccia politica colossale per il Partito Democratico, che ha spremuto l’autodromo come macchina di propaganda, abbandonando tutto il resto: quartieri, famiglie, giovani, scuole, servizi.
Per anni, il sindaco Marco Panieri (PD) e la sua giunta hanno trasformato il GP in una religione laica, con l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari elevato a tempio della narrazione elettorale. A ogni evento, l’autodromo era il palco perfetto per far sfilare e mangiare amici, sindaci, presidenti di Regione, assessori, tutti intenti a raccontare l’”eccellenza emiliana”. Ogni conferenza stampa, ogni post social, ogni slogan amministrativo passava da lì. Nel frattempo in città, le buche restavano aperte e si allargavano come i loro …, gli alloggi popolari cadevano a pezzi o rimanevano sfitti e il trasporto pubblico si svuotava.
La Regione Emilia-Romagna, con Michele de Pascale in prima linea, non è stata da meno. Insieme al Comune e al Governo, ha stanziato oltre 20 milioni di euro pubblici per “tenere Imola in Formula 1” dopo l’annullamento dell’edizione 2023 causato dall’alluvione. Una “promessa simbolica”, dissero. Oggi quella promessa è una barzelletta. Tradita. Nel frattempo, tutti quei milioni sono stati drenati dalle casse pubbliche per sostenere un evento che era solo il cavallo di battaglia della propaganda PD in città che alla fine, non ha lasciato nulla: né strutture, né sviluppo duraturo, né visione…ma solo affidamenti diretti per i soliti. Basta guardare come tutta la città fosse tappezzata esclusivamente di oggetti stampati o prodotti forniti da un’unica società: un bel monopolio ben confezionato per far passare l’idea che ci fosse tutto ‘sto entusiasmo, partecipazione, consenso. Quando in realtà era solo scenografia, costruita a tavolino.
E mentre ieri la FOM (Formula One Management) annunciava che Madrid sostituirà Imola, i cittadini imolesi si sono (magari) svegliati con un’amara certezza: è stato tutto un bluff. Una pantomima costata milioni, conclusa con un comunicato finto-rattristato e nessuna autocritica. “Una notizia che genera interrogativi, dispiacere e amarezza,” ha scritto Panieri, che tradotto sarebbe: scaricabarile, rassegnazione e zero responsabilità da parte del primo cittadino.