Grazie all’iniziativa di tre avvocati italiani, Gianfrancesco Vecchio, Giuseppe De Santis e Giulio Marini, la Corte Europea dei Diritti Umani (#CEDU) ha ammesso il ricorso di un dipendente italiano sospeso per essersi rifiutato di sottoporsi alla vaccinazione obbligatoria introdotta durante la pandemia di #Covid_19.
La CEDU ha riconosciuto la necessità di intervenire rapidamente, senza attendere il completamento dell’iter giudiziario interno, in quanto ormai evidente che in #Italia i giudici si stiano rifiutando di prendere atto di dati oggettivi.
Chi non ha mai avuto a che fare con il sistema giudiziario italiano non ha idea di quanto sia vero il fatto che ormai i giudici non leggano più le carte. Troppe decisioni sembrano basarsi su automatismi e preconcetti, piuttosto che su un’analisi attenta e imparziale delle prove disponibili. Gli avvocati del lavoratore hanno evidenziato come le sentenze italiane su casi analoghi dimostrino un sistematico disconoscimento delle prove scientifiche e delle evidenze raccolte a livello internazionale.
Questo rifiuto deliberato di considerare dati oggettivi rende assolutamente necessario un intervento della giustizia europea per garantire il rispetto dei diritti fondamentali sanciti dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. L’azione della CEDU segnerà un punto di svolta per tutti i lavoratori che hanno subito conseguenze per il loro rifiuto di conformarsi a disposizioni sanitarie contestate, ma anche per tutti coloro che si trovano nella stessa situazione, mettendo in discussione il comportamento di una magistratura che ormai ignora consapevolmente anche i fatti oggettivi.