Era evidente che la giunta Panieri non potesse fare a meno di inventare qualche “campagna comunicazionale” in occasione della cosiddetta “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le Donne”, soprattutto alla luce della campagna di sinistra che colpevolizzava i maschi bianchi in seguito all’episodio di omicidio di Giulia Cecchettin. Considerando la doppia occasione, dato che avevano perso quella precedente quando è stata uccisa Iris Setti da un nigeriano esono stati zitti zitti, ora hanno lanciato questa nuova campagna, con tanto di banner sotto i portici. Evidentemente, quando vi sparano sciocchezze sulla “violenza di genere”, facendo finta di ignorare la violenza delle donne, alcune iscritte anche a questi tipi di associazioni non vi dicono il costo per ogni banner, ogni servizio di appendere e soprattutto chi incassa da queste attività.
Ma lasciamo queste domande sui costi di queste campagne comunicazionali inventate ad hoc per giustificare a nostro parere i soliti affidamenti diretti e vediamo cosa hanno partorito le menti indeolgizzate della solita galassia e rete PD contro la “violenza”. Ad esempio, nella foto che illustra questa campagna comunicazionale, vediamo come ora “basta la parola” per avere la “violenza sulle donne”. Quindi, attenzione a rivolgere qualche parola alle femministe, rischiate di essere accusati di violenza o di rimanere senza un occhio se chiedete qualcosa di non gradito a loro. Magari in un futuro troppo digitalizzato, quando si leggeranno i pensieri, basterà anche il pensiero… non solo la parola.
Andiamo avanti e vediamo che in un altro banner sempre posizionato sotto i portici della piazza di Imola questi “benpensanti” hanno messo il “consenso”… tutto questo dopo una campagna vaccinale spinta dal governo del Diav.., perdono del Draghi (PD-M5S), quando milioni di donne sono state ricattate con il lavoro per ottenere da loro il consenso alla vaccinazione. Adesso vediamo che nonostante le bugie dei sindaci che affermavano che quei vaccini fermavano le trasmissioni, l’Ema finalmente ha riconosciuto che fin dall’inizio il vaccino non evitava il contagio…
Parlando della “credibilità”, è chiaro che ci siano ancora persone che credono nelle idiozie promosse dalla giunta e dalla rete PD delle associazioni “antiviolenza”, tanti trogloditi imolesi incapaci di riconoscere certi modus operandi non riescono a vedere l’odio che si genera tra donne e uomini, quando si generalizza certi episodi e si omettono alcuni, quando si cerca di far passare tutti gli uomini come violenti e tutte le donne come sante.
Ed eccoci all’ultimo banner “vittima”… non sempre quelle che fanno la vittima o che denunciano per “violenza” sono le vere vittime; le vittime sono quelle persone che, dietro un modus operandi, si vedono accusate ingiustamente di violenza. Riccordiamoci che il 90% delle denunce di violenza di uomini su donne sono false e vengono archiviate o ritirate, intasando procure e tribunali, ma questo non fa notizia perche non aiuta alla economia della “rete” ideologizzata.
False accuse: un fenomeno emergente, evidenziato da fonti autorevoli:
“Uno dei miti diffusi nella nostra società è che la violenza domestica è qualcosa che gli uomini
fanno alle donne […] Le donne istigano la maggior parte delle violenze in ambiente domestico e
costruiscono false accuse””.
Rossana Alfieri, pedagogista clinica
«Onestà intellettuale vuole che (…) si parli anche dei casi di “false” violenze o meglio di “false”
denunce di violenza subita…».., «Inutile dire che per l’esperienza fatta le false denunce
provengono quasi nella totalità da donne, spesso madri che in tal modo tentano di allontanare gli
ex mariti dai figli…».
Jacqueline Monica Magi, Sostituto Procuratore c/o Trib. di Pistoia – il Sole 24 Ore, 25/10/2009
“…le false accuse di maltrattamenti, percosse, abusi sessuali e violenze di vario genere su donne
adulte e figli minori – le querele costruite al solo scopo di eliminare l’ex marito dalla vita dei figli –
oscillano nelle procure italiane da un minimo del 70 ad un massimo del 95%…”
Sara Pezzuolo, Psicologa giuridica – Convegno ANFI (Associazione Nazionale Familiaristi Italiani)
Firenze, 29 aprile 2010