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Avevamo ragione sull'”obbligo” delle mascherine, non esiste alcun documento firmato!

Ormai non li conosciamo come fanno, non vi possiamo dire quello che pensiamo davvero su di loro perché ai compagni  fa tanto comodo il codice fascista Rocco sulla “diffamazione”, ancora non adattato ai nostri tempi. Noi abbiamo sempre cercato, nella misura delle nostre possibilità e capacità, di farvi capire come certe forzature avvengano ad Imola, ed ecco che anche questa volta abbiamo avuto ragione sulla discrezionalità dell’AUSL di Imola sull'”obbligo” delle mascherine.

Oggi un cittadino ha pubblicato la risposta ricevuta da parte dell’URP in seguito alla sua richiesta fatta dopo il nostro articolo, di sapere chi abbia ripristinato l’obbligo della mascherina all’interno delle strutture AUSL di Imola, con quale atto (numero, data di protocollo o altro) ed il link al quale sia consultabile/scaricabile.

Come avevamo intuito, non esiste alcun atto in tale senso, nella risposta sta scritto nero su bianco: “l’Azienda USL di Imola non ha emesso alcun provvedimento per l’introduzione dell’obbligo di indossare la mascherina per accedere alle strutture di assistenza dell’Azienda, ha emanato un comunicato stampa e inviato una nota interna rivolta al personale che recepiscono la Circolare del Ministero della Salute n. 27648 del giorno 8 settembre 2023 e le indicazioni applicative regionali”.

Come vi dicevamo, non possiamo esprimere quello che vogliamo su di loro, anche perché nel comunicato mandato alla stampa locale da nessuna parte era scritto che sarebbe stata inviata una nota interna rivolta soltanto al personale, ma a nostro parere è stato volutamente lasciato intendere che si trattasse di un obbligo esteso a tutti i cittadini.

Visto che hanno capito la figuraccia fatta sull’obbligo, (dato che anche i consiglieri d’opposizione si sono attivati Carapia: “Scelta isolata e singolare sul Santerno”, Rebecca Chiarini: “La Decisione dell’Ausl Imola sull’uso delle mascherine: una deriva giuridica!) si sono premurati di sottolineare nella risposta al cittadino che nella Circolare Ministeriale si precisava che “in ogni caso, resta ferma la responsabilità e la possibilità da parte del direttore sanitario della struttura o del clinico che ne ravvisi la necessità, di definire ulteriori indicazioni per l’effettuazione dei test e misure di prevenzione e protezione aggiuntive rispetto a quelle di seguito riportate”.


Quello che loro non hanno capito o non vogliono capire è che la gente è stanca, perché alla fine dei conti l’obbligo dell’uso di una mascherina significa imporre un trattamento sanitario, cosa non ammessa dalla legge, e qui si è visto il giochino del “lavarsi le mani” del ministro Schilacci (imposto da Mattarella al governo Meloni) di lasciare “la responsabilità e la possibilità” alle diverse aziende sanitarie, piene di questi compagni pronti a imporre qualsiasi cosa con la scusa dell'”emergenza”. Così, qualcuno a livello locale, visto che non aveva voglia di assumersi la responsabilità di imporre l’obbligo con tanto di atto e firma, ha pensato di mandare un comunicato nell’idea che la gente dorme e non fa caso, ma la gente, o almeno una parte di essa, non dorme più ed è sempre attenta a tutte le azioni che vengono fatte e pronta a chiedere la responsabilità di qualsiasi autorità per rendere conto delle proprie azioni, decisioni e comportamenti.