La decisione assunta dall’Ausl Imola di imporre l’uso delle mascherine reintroduce restrizioni fuori tempo e
costituisce una pericolosa deriva nell’esercizio di poteri che dovrebbero essere invece eccezionali e,
comunque, non certo in capo alle direzioni sanitarie.
L’art. 32 della Legge 23 dicembre 1978, n. 833, conferisce sì la facoltà al Ministro della Sanità di emettere
ordinanze di carattere contingibile e urgente, in materia di igiene e sanità pubblica, ma si tratta di un potere
che, proprio perché straordinario, non può essere delegato onde evitare che l’esercizio di poteri eccezionali
da parte di autorità locali diventi una pericolosa prassi in violazione dei diritti fondamentali dei cittadini.
Proprio quello che sta accadendo a Imola, dove l’Ausl locale, prima e sola in Emilia-Romagna, senza alcuna
valida ragione di tipo sanitario, ha deciso di imporre agli imolesi un ingiustificato obbligo di fronte al quale è
doveroso fornire ai cittadini la giusta rappresentazione degli effettivi poteri in capo alla dirigenza Ausl.
Peraltro tutto ciò avviene senza trasparenza: sul sito dell’Ausl vi è solo uno stringato comunicato stampa. Non
è invece stato pubblicato il provvedimento che dispone tale obbligo e che dovrebbe contenere richiami
normativi, valide motivazioni e dar conto dell’istruttoria alla base della decisione. Come fa un cittadino a
sapere quali siano effettivamente i propri doveri e i propri diritti se l’amministrazione non si premura
nemmeno di formalizzare le proprie decisioni?
Si tratta davvero di una pericolosa deriva giuridica davanti alla quale ognuno di noi, come cittadino, dovrebbe
informarsi, riflettere e assumere, nelle opportune sedi giudiziarie, le iniziative necessarie al ripristino di un
minimo di legalità e rispetto dei diritti fondamentali.
Rebecca Chiarini
Consigliere Comunale Imola
Gruppo Misto