Il consigliere comunale di Imola, Simone Carapia, ha affrontato il tema della discriminazione di genere nel processo di selezione per una posizione amministrativa da parte dell’associazione Trama di Terre, nota soprattutto per ricevere troppi contributi pubblici da parte del Comune di Imola (giunte PD). In una nota stampa, Carapia ha scritto:
“Quando la discriminazione avviene al contrario ed è finanziata con soldi pubblici
Paradossale quanto accaduto in questi giorni per una ricerca di personale da parte dell’associazione Trama di Terre alla ricerca di una figura amministrativa
Pur in presenza di leggi quali la 903/77 e la 125/91 che sanciscono che gli annunci di lavoro devono essere rivolti a persone di entrambi i sessi, per un ruolo amministrativo l’associazione Trama di Terre ne ricerca una esclusivamente femminile discriminando il sesso maschile.
Per un tale profilo professionale non strettamente legato alle finalità dell’associazione ma ad un meri ruolo contabile tale discriminazione è intollerabile soprattutto ribadiamo se messa in atto da chi le discriminazioni dovrebbe lottarle e non perpetrarle.
Da anni questa associazione riceve contributi Comunali, Regionali ed Europei per la propria opera e proprio queste istituzioni dovrebbero vigilare su come vengono spesi i contributi (il solo comune di Imola destina oltre 300,000€ annui)
La riprova che l’annuncio era discriminatorio la attesta il cambiamento in corsa dello stesso su segnalazione della sigla di categoria Uiltucs che giustamente ha fatto rilevare la discriminazione attuata.
Purtroppo con una breve ricerca sul web abbiamo appurato che sia sul sito istituzionale dell’associazione che su siti specifici di ricerca del personale tale annuncio è rivolto esclusivamente a figure femminili.
La lotta alla discriminazione, agli abusi, alle violenze non ha genere sessuale ma va attuata a prescindere contro chiunque
Soprattutto ci meravigliamo che applichi questa discriminazione chi dovrebbe tutelarla
Il ruolo dell’amministrazione è anche quello di vigilare su come vengono impiegate le risorse elargite sotto forma di contributo ed è palese che in questo caso il ruolo di controllo è stato omesso”
“Forse è il caso di chiedere conto di come vengono spesi i soldi dei contribuenti e rivalutare gli importi erogati a questa associazione” Con questa invito si conclude la nota del consigliere Carapia. Un’osservazione con la quale siamo completamente d’accordo, anche perché nel direttorato di questa associazione c’era o c’è ancora una persona che aveva presentato una querela contro di noi in seguito a un’ “aggressione razzista”, come era stata riportata in modo falso da una parte della stampa locale. La querela è stata successivamente ritirata, ma in essa era stata menzionata la distruzione di un iPhone di un certo valore. Allora, ci chiediamo con quale giustificazione si richiedono contributi pubblici quando i membri del direttorato dell’associazione dispongono di risorse finanziarie personali sufficienti. Non sarebbe più appropriato contribuire con il proprio denaro invece di dipendere dai finanziamenti pubblici per sostenere le attività politiche e ideologiche dell’associazione? Poi, è strano che un’associazione che imbrattava i muri per promuovere i diritti e si gonfia per l'”uguaglianza di genere” faccia annunci di questo tipo. A nostro parere, anziché focalizzarsi sul sesso delle persone, sarebbe preferibile verificare il loro casellario giudiziario. Sarebbe davvero spiacevole se arrivassero individui o individue condannati per violenze all’interno di un centro “antiviolenza”, no?
Fai una semplice domanda e per tutta risposta ricevi un’aggressione