Imola è conosciuta come “la città dei matti”, quindi non sorprende che occasionalmente si verifichino situazioni come quella raccontata su Facebook dalle responsabili della libreria ‘Il Mosaico’, una libreria che nel linguaggio orwelliano viene definita “inclusiva”:”Oggi un uomo è entrato e ha iniziato a leggere un passaggio della Bibbia dove Dio punisce tutti quelli che non credono che l’unico e possibile amore sia quello tra uomo e donna. Con voce molto alta e alterata ci ha aggredite verbalmente dicendo che siamo delle pervertite e che la nostra libreria è perversa perché vendiamo libri inclusivi, che parlano di tutte le forme di famiglia e di tutte le forme d’amore. Per questo secondo lui siamo responsabili della depravazione della società e dei bambini, e Dio punirà noi e la nostra libreria per aver diffuso un morbo nella città di Imola, in cui a detta sua queste cose non sono gradite.”
In città c’è qualcuno che talvolta si ostina in modo ostentativo durante i giorni di mercato a “evangelizzare”, ma di certo non si aiuta a diffondere “la parola del Signore” se ciò che hanno scritto le ragazze della libreria Mosaico fosse vero. Anche perché se entri in una libreria e cominci ad urlare certi versetti “non inclusivi” verso lavoratori si crea una pubblicità inaspettata e si scatena una sorta di “solidarietà” arcobaleno di fronte a presunte minacce. “Ci ha tenuto poi a precisare, che il gruppo di cui fa parte ci osserva e ci farà pagare delle conseguenze”, hanno scritto le ragazze, ma resta da vedere, dato che hanno già annunciato una denuncia nei confronti dell’uomo, se riusciranno a dimostrarlo.
Non poteva mancare la “solidarietà” del sindaco Panieri, nonostante non fosse presente né durante né dopo l’evento, ma ha avuto addirittura la sfacciataggine di scrivere: “A Imola non c’è spazio, né ora né mai, per violenza, intolleranza e odio. Saremo al loro fianco e tuteleremo coloro che si sentono minacciati per i valori e le idee che portano avanti. Possono esserci opinioni diverse, ma MAI il confronto e il disaccordo possono sfociare in forme di intimidazione verbale e fisica”.
Di solito un sindaco è o dovrebbe essere il rappresentante di tutti… e ci chiediamo ma perché Panieri non è stato al fianco di quella donna africana di un certo centro antiviolenza quando i giornali vicini a lui qualche anno fa hanno delirato su una “aggressione razzista” dichiarata nei suoi confronti? E perché allora non ha prestato il suo fianco e non ha annunciato una tutela a sua favore? Come mai che in questo caso subito ha manifestato la sua “solidarietà”, ma non quando quella donna anche in presenza sua e della massa di “antifascisti” (a sostengono delle donne afgane rifugiate perché il loro paese è stato distrutto dalle politiche del PD americano) aveva fatto le sue dichiarazioni ai carabinieri chiamati da noi?
Perché facciamo queste domande? Perché a volte potreste trovarvi in una “burrasca” ideologica e fisica, per una semplice domanda in un luogo pubblico (del tipo “Se capisci l’italiano?” anche perché non ha senso fare domande a una persona che potrebbe non capire ciò che viene chiesto), così come è successo a noi (si figuri, per dei versetti “non inclusivi” urlati all’interno di un’attività commerciale “inclusiva”), una burrasca alimentata in quel momento dall’odio di chi scrive su certi giornali vicino a Panieri. E anche se voi stessi siete giornalisti (a prescindere da chi rifiuta di considerarvi tali, ma ciò che conta sono le prove documentali), non riceverete alcuna “solidarietà”, alcuna tutela.
Fai una semplice domanda e per tutta risposta ricevi un’aggressione
Non è vero che “ad Imola non c’è spazio per la violenza e odio”, non avete conosciuto certi personaggi della citta e qualche parte della stampa locale. Non è vero che loro sarebbero al fianco di chi si sente minacciato per le idee o magari delle domande che qualcuno porta avanti… Il sindaco (e la sua giunta) manifesta “solidarietà” solo in un senso e tutela solo chi le piace, quindi per noi queste parole sono solo delle bugie e un altro modo per fare parlare di lui sui giornali. È stato accettabile in una città che sbandiera la “medaglia d’oro”, con un sindaco “antifascista”, che un giornalista venga aggredito in pieno centro e nessuno dall’amministrazione a quel tempo ha avuto da dire? Si è giornalisti solo se si è italiani? La tutela a Imola è garantita solo se si è italiani, eh Panieri, voi che siete “democratici”?
Noi speriamo che le ragazze non faranno come quella tizia che ha denunciato poi ha ritirato la querela, non sappiamo se l’ha ritirata per mancanza di “solidarietà” di Panieri o di qualche altra ente o associazione, ma comunque è stato strano che una donna che ha o aveva dietro un centro di antiviolenza e il sostegno di tutta la “pari opportunità” della “città dei matti” ritiri una denuncia per violenza…se fosse stato vero anche quello che hanno raccontato certi giornali.
Abbiamo scelto questa foto dell’articolo per esprimere la stessa “allegria” con cui è stato accompagnato il comunicato di Panieri sui giornali quando ha espresso la “solidarietà” per gli atti vandalici alla bacheca di Fratelli d’Italia.
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