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“Vediamoci chiaro” – La Commissione Pari “Opportunità”: pilotaggio di minacce inventate e la stampa locale in piena sintonia

Quando vedrete dei comunicati pubblicati e firmati “La Commissione Pari Opportunità del Comune di Imola”, dovete sapere come vengono pilotati.

A livello locale, ciò che viene definito come “commissione Pari Opportunità” non è altro che un paravento per la politica del PD, che sia riguardo all’immigrazione, alle “cultura” di genere o alle presunte violenze inventate sulle donne.

Se guardate la lista delle donne presenti in questa commissione, vedrete che la maggior parte sono state selezionate accuratamente dalla galassia di associazioni che, ovviamente, sono tutte collegate al Pd e alla sinistra. Ad esempio, Marzia Montebugnoli (CISL Area Metropolitana Bolognese), Maria Rosa Franzoni (PerLeDonne), Virna Gioiellieri (Rete Archivi UDI), Michelle Suzzi (Focus D), Mirella Collina (CGIL Imola), Sonni Monduzzi (SPI CIGL Territorio di Imola), Angela Marcheselli (Circolo Fiorella Baroncini), Alessandra Davide (Trama di Terre), Isaura Veronesi (CISL/FNP), Giulia Barelli (PD). Ci sono anche altre, ma volevamo farvi vedere da dove di solito proviene il suono della campana della cosiddetta commissione “pari opportunità”.

Adesso, per quanto riguarda la comunicazione, due di queste donne sono collegate alla stampa locale: Giulia Barelli (PD), che lavora per “Corriere Romagna”, e Virna Gioiellieri, che collabora con “Leggilanotizia” della società XAIEL srl, dove tra i soci e i titolari di diritti e azioni figura anche l’assessore della giunta di Panieri, Raffini Pier Angelo. Di solito i comunicati della “pari opportunità” non vengono firmati da una persona, quindi si presume che tutte le donne presenti in questa commissione siano d’accordo con quanto viene scritto in tali comunicati, ma non crediamo che sia  così. La loro pubblicazione avviene in questo modo: se viene pubblicato su Leggilanotizia, dove collabora la V.G., allora il testo viene “ricevuto e pubblicato ” come comunicato e porta la firma o della “pari opportunità” o da qualche altra associazione/sindacato di sinistra. Invece se Virna Gioiellieri scrive di un’ “aggressione razzista”, si firma lei con le sue iniziali. Di solito la frase “riceviamo e pubblichiamo” viene spesso utilizzata per sottolineare l'”imparzialità” e la “neutralità” della pubblicazione, ma anche per evitare delle beghe giudiziarie… Se invece viene pubblicato su Corriere Romagna, si firma ‘la redazioneweb’, mai la comunista Laura Giorgi o la neo-marxista Barelli (figlia dell’ex consigliere comunale Maurizio Barelli) firmano queste note o comunicati, dove non solo li pubblicano, ma li sviluppano a modo loro…

Ecco in questa maniera è avvenuto anche la pubblicazione delle presunte minacce verso la “cinna” Anna De Veredicis durante la seduta del Consiglio Comunale di giovedì scorso. Su Leggilanotizia è stato pubblicato integralmente il deliro di chi ha scritto il comunicato, dove non si capisci chi avrebbe proferito queste minacce, ma che erano “presenti alcune persone fra il pubblico a quanto è dato sapere del Comitato imolese “Vediamoci chiaro””. Notate come non si menzioni chi ha dato questa informazione, ma nel testo è comunque presente un nome…invece sul Corriere Romagna edizione web Imola si parla di una nota dove si afferma che: “Nel corso del dibattito che è eufemistico definire acceso – è scritto nella nota – una delle persone fra il pubblico, a quanto è dato sapere appartenente al Comitato imolese “Vediamoci chiaro”, ha pronunciato ad alta voce parole offensive alla consigliera del Pd che interveniva in quel momento, unendosi alle altre numerose interruzioni”, ma qui non sappiamo quale delle due o magari qualcuno altro, non loro, ha messo nel titolo “minacce” e nel testo “parole offensive” visto che parliamo di comportamenti diversi con implicazioni legali diverse.

Perciò, notate come dalle “minacce” si è passato alle “parole offensive”, ma siccome quelli che scrivono per Leggilanotizia o per il Corriere Romagna di Imola sono di sinistra, se il Comitato “Vediamoci Chiaro” decidesse di fare qualche denuncia in tribunale (o all’ordine dei giornalisti), correrebbero il rischio che qualche procuratore sostituto scriva di proprio pugno che “il relativo contenuto, per quanto riferibile a una versione di parte, risulta senza dubbio scriminato per effetto del combinato disposto dell’articolo 51 del codice penale e 21 della Costituzione”…

Questa frase appena citata l’abbiamo ritrovata nella richiesta di archiviazione fatta in seguito ad un nostro esposto presentato qualche anno fa contro questo modus operandi di fare giornalismo e denunce, quando la stessa stampa locale, Corriere Romagna e Leggilanotizia, aveva pubblicato alcuni articoli su un’ “aggressione razzista” nei confronti di una delle donne africane di Trame di Terre, che ci aveva querelato, ma poi stranamente ha ritirato la sua querela. (corriereromagna.it/solidarieta-alle-donne-afghane-e-aggressione-prima-del-picchetto/; https://www.leggilanotizia.it/2021/09/26/la-solidarieta-con-le-donne-afghane-diventa-pretesto-per-unaggressione-razzista/)

Per fortuna in quel momento non era presente solo Alessandra Davide (Tramme di Terre), che, secondo il fascicolo, sembrava aver sentito frasi come “siete delle merde, voi negri”, frasi che poi non sono state confermate neanche dalla denunciante e  inoltre, secondo le conclusioni dei carabinieri in quel caso è stato “escluso che l’uomo abbia provocato la donna” ed è stato anche stabilito che l'”aggressione razzista” (in realtà una lite) non fosse nata per motivi di discriminazione razziale. L’unico ad aver riportato in maniera equilibrata l’accaduto senza fare troppa ideologia di “genere” è stato il Carlino di Imola, che ha avuto la decenza e la deontologia di chiamare i carabinieri anziché scrivere per “sentito dire”.

Per sapere di quale denunciante stiamo parlando, si tratta di quella donna africana che era o è ancora nel direttorato di Tramme di Terre, Adjisam Mbengue.Prima di noi, questa aveva denunciato un presunto episodio di razzismo con saluti fascisti avvenuto in un ristorante di Rimini, ma dopo le indagini dei carabinieri non sono stati trovati riscontri nel suo racconto… e anche in quel caso non si capisce perché, dopo tutto ciò che hanno subito a livello mediatico, il ristoratore abbia deciso di non denunciare.(vedi qui l’articolo di RiminiToday.it Da un certo punto di vista, capiamo il motivo, poiché quando ci siamo presentati in tribunale ad Imola, a noi ci sembrava che la colpevolezza fosse già stata decisa e anche se abbiamo accettato la remissione della querela a malincuore facendo sapere alla giudice, ciò non significa che siamo d’accordo con questi modus operandi di fare denunce o giornalismo.

Per quanto riguarda il Comitato Vediamoci Chiaro, il comitato ha rilasciato una dichiarazione in cui smentisce categoricamente le accuse di minacce rivolte a loro nel comunicato diffuso dalla Commissione Pari opportunità comunale, che è stato pubblicato sulla stampa e sul web: “Il Comitato Vediamoci Chiaro non era presente al Consiglio Comunale di giovedì scorso a Imola, ma si trova costretto a diffondere questa smentita in quanto comunque ed erroneamente accusato di minacce in un comunicato diffuso dalla Commissione Pari opportunità comunale e pubblicato sulla stampa e sul web. Il Comitato Vediamoci Chiaro è consapevole di essere un incubo per il PD imolese, e non solo, ma non pensavamo che i nervi fossero così a fior di pelle. La riprova è questa accusa tanto infondata quanto grave. Grave perché chi lo accusa sono persone che rappresentano le istituzioni (Commissione Pari opportunità del Comune) che non si sono degnate di verificare e accertare su chi ha detto cosa. Ancora una volta, non a caso, il Comitato è stato “scambiato” con membri di partiti politici, per creare volutamente ancora più confusione e invitare i propri adepti a prendere le distanze. Noi invece rivendichiamo la nostra serietà e il nostro rigore. E’ davvero triste e preoccupante il pressapochismo da parte di chi ci amministra che emerge anche da episodi come questi. Attendiamo una smentita, questa volta con affermazioni corrispondenti al vero.” A questo punto vi chiediamo è di interesse pubblico sapere chi ha fatto il comunicato del genere, nome o cognome? Sono contente tutte le donne della “pari opportunità” con questo modo di fare comunicazione? Non è che qualcuna scrive troppo nel nome delle altre, con la scusa di “pari opportunità” ?

Ovviamente è stato più facile tirare in ballo il comitato che da anni lotta contro l’espansione della Discarica di Tre Monti e parlare di presunte minacce alla “cinna” De Veredicis , piuttosto che far vedere la gente l’incomptenza di Panieri in materia di rifiuti speciali e la sua disonesta, visto che la discarica riapriva comunque a prescindere dall’alluvione e della sua “solidarietà” , sempre in quella zona franosa, con problemi di rilascio di inquinanti mai risolti, a discapito di quelli della zona di via Pediano e anche della tutta citta e dove saranno conferiti tutti e tanti tonnellate di rifiuti…