Il Comune di Imola ha annunciato che sabato 13 maggio la Rocca Sforzesca (Piazzale Giovanni dalle Bande Nere) rimarrà accesa fino a tardi per la Notte Europea dei Musei, l’iniziativa culturale che si svolge contemporaneamente in tutta Europa e che è promossa dal Consiglio d’Europa e in Italia dal Ministero della Cultura al fine di favorire la conoscenza del patrimonio museale europeo.
Secondo il comunicato del Comune, alle 21.30 i Musei Civici di Imola organizzeranno un’apertura straordinaria con una speciale visita guidata notturna dal titolo “I segreti della Rocca raccontati dal direttore dei Musei Diego Galizzi”. L’utilizzo del termine “segreti” rappresenta un evidente artificio di marketing volto ad attirare i visitatori, creando, a nostro parere, aspettative eccessive. Coloro che hanno già visitato la Rocca di giorno, di notte, al mattino o al pomeriggio sanno bene che l’uso del termine “segreti” risulta fuorviante nel promuoverla ai visitatori, sarebbe invece più appropriato sottolineare la sua storia e la sua architettura.
La visita guidata alla Rocca Sforzesca in quella serata offre un ingresso gratuito, ma richiede una prenotazione obbligatoria tramite l’app “Io prenoto” o al numero di telefono 0542 602609. Se continuiamo su questa strada dell’invasione digitale nel mondo dei Musei e sui nostri cellulari, presto potremmo avere bisogno di scaricare un’app anche solo per andare in bagno a Imola ed ovunque. Questo approccio, sebbene finalizzato a garantire un’esperienza di visita organizzata e gestibile, è evidente che limita la flessibilità necessaria per i turisti che potrebbero trovarsi in città solo per un breve periodo. Spesso, i viaggiatori desiderano avere la libertà di esplorare luoghi culturali in modo spontaneo e in privacy, senza essere vincolati a prenotazioni anticipate e scaricare chissà che app sul proprio cellullare.
Per rendere l’evento più accessibile e accogliente per i turisti temporanei, gli organizzatori o la solita coop che ha assunto la gestione museale della Rocca dovrebbero considerare alternative alla prenotazione obbligatoria. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di dedicare specifici intervalli di tempo per le visite senza prenotazione, in modo che i turisti di passaggio possano partecipare in modo più spontaneo, visto che sono pochi e non sono mai aumentato con il nuovo assessore alla cul tura.
L’obbligo di utilizzare un’app per prenotare la visita a un museo, anche se in questo caso la prenotazione può essere effettuata anche tramite telefonata, potrebbe rappresentare una minaccia per la privacy dei dati personali e limitare la libertà di movimento dei visitatori, escludendo coloro che preferiscono alternative o non dispongono di dispositivi mobili adeguati. Sarebbe importante valutare soluzioni che garantiscano sia la sicurezza dei dati personali che la libertà di movimento dei visitatori.