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Imola, Primo Maggio – Chiamatela Festa dei Sindacati, non dei lavoratori

Siamo andati in piazza Matteotti per vedere chi si aggirava alla festa del Primo Maggio, che molti, condizionati dalla neo-lingua, chiamano festa dei lavoratori, ma che in realtà è una festa dei sindacati.

Anche gli uomini della Digos che stavano veramente lavorando (si ricordavano di noi dalla volta in cui abbiamo contestato Bonaccini) ci hanno fatto sapere che la piazza era stata presa in nome dei sindacati. Quindi, chi passava di là per osservare gli ipocriti che si affacciavano con i fiori dei poveri (i garofani) si ritrovava praticamente in una manifestazione organizzata dai soliti sindacalisti che si ricordano di fare “lotta” soltanto quando sono sul palco.

Non erano stati trovati quando dovevano difendere i lavoratori discriminati per il loro status vaccinale, anzi sostenevano i diktat criminali dei governi Conte-Draghi. Addirittura una sindacalista della CGIL, che scriveva sciocchezze sulla vaccinazione sulla stampa “mainstream” locale, quando le abbiamo chiesto dove fossero i sindacati quando la gente veniva discriminata al lavoro, ci ha detto che erano sempre in piazza. Cosa assolutamente non vera, visto che eravamo presenti alla fiaccolata Liberi di scegliere “No greenpass obbligatorio” e non abbiamo notato alcun sindacalista imolese o qualche parente di loro che cercasse di candidarsi con la Lega.

Nemmeno quelli del Movimento 5 stelle sono stati presenti, quelli che hanno vinto le elezioni proprio con la promessa di evitare gli obblighi vaccinali. Oggi il M5S di Imola era presente con uno striscione a favore del reddito di cittadinanza. Alla loro figura di riferimento locale, Ezio Roi, presente nella piazza abbiamo chiesto se ci aiutasse a trovare 4 cameriere, ma voleva assolutamente sapere quanto pagavamo. Ovviamente la paga non è quella di un ex prete, ma comunque permette anche a chi non è arrivato alla pensione e alza gli striscioni del Rdc di contribuire in qualche modo alla propria pensione.

Abbiamo notato, nella piazza a fine manifestazione, un urlatore comunista del Consiglio Comunale di Imola e anche una sua collega di ideologia demente, un’ex casiera di Conad, soprannominata “Fru Fru”, consigliera del partito della bestemmia. Anche il sindaco, grande “lavoratore”, si è intrattenuto in discussioni con gli “street tutor”, pardon con gli agenti della polizia locale, probabilmente per sapere se avessero identificato gli imbecilli che avevano spaccato i bancomat delle Poste Italiane.

Non mancavano neppure i soliti mendicanti che, nonostante la piazza fosse piena di “antirazzisti”, non sembravano avere tanto successo nel chiedere una monetina. Per il resto, c’erano solo vecchietti nostalgici del “paradiso” sovietico.