Il Comune di Castel San Pietro Terme ha recentemente deciso di aumentare le tariffe del servizio di refezione scolastica applicando solo l’adeguamento Istat dell’11,3%. Secondo il comunicato, questo aumento è stato determinato dai rincari energetici e dall’inflazione che hanno portato ad un aumento significativo dei costi dei prodotti alimentari, del loro confezionamento e trasporto, e della somministrazione dei pasti. Inoltre, si fa riferimento ai maggiori costi del servizio dovuti alle misure emergenziali anti-Covid adottate nel corso degli ultimi due anni.
Il comunicato da solo una visione parziale della situazione e non fornisce tutti i dettagli necessari per valutare in modo obiettivo la decisione dell’aumento delle tariffe. Ad esempio, non viene menzionato il fatto che la società pubblica Solaris, che gestisce il servizio, è di proprietà del Comune. Quindi, invece di aumentare le tariffe, il Comune potrebbe prendere in considerazione l’ottimizzazione dei costi interni alla società.
Inoltre, non viene spiegato in modo chiaro come i costi del servizio sono aumentati del 60% a causa dei rincari energetici, mentre l’aumento del 25% che sarebbe stato applicato se gli adeguamenti Istat annuali fossero stati fatti, viene accennato solo brevemente, sarebbe utile avere maggiori informazioni su come l’Amministrazione Comunale ha fronteggiato i maggiori costi del servizio dovuti alle misure emergenziali anti-Covid.
Se il Comune è proprietario della società pubblica che gestisce il servizio, dovrebbe avere maggiore controllo sui costi e dovrebbe essere anche in grado di trovare soluzioni alternative all’aumento delle tariffe, perciò vogliamo una spiegazione più dettagliata sui costi effettivi del servizio di refezione scolastica e sulle misure che ha adottato per fronteggiare i maggiori costi dovuti alle misure emergenziali anti-Covid.
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