Ieri sera, i militari del Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro hanno effettuato un controllo straordinario su tutte le città italiane al fine di individuare forme di sfruttamento lavorativo dei cosiddetti “rider”. Questi lavoratori sono coloro che si occupano di consegnare il cibo a domicilio, utilizzando le piattaforme di food delivery.
Questa attività rappresenta l’evoluzione delle verifiche avviate dal Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Milano nel settembre 2019, a seguito del coinvolgimento di alcuni ciclofattorini in incidenti stradali nella città di Milano, svolte in coordinamento con la Procura della Repubblica di Milano. L’obiettivo era di eseguire controlli a campione su strada dei “rider” al fine di acquisire informazioni sull’orario di lavoro, modalità di retribuzione, mezzi utilizzati, condizioni di igiene e sicurezza, a causa della mancanza di tutela applicata agli stessi e alla non riconosciuta riconducibilità dell’incidente ad “infortunio sul lavoro”.
In seguito a complesse attività di valutazione e di riscontro con le piattaforme di food delivery sui coefficienti di rischio in ambito urbano in relazione alle attività prestate dai ciclofattorini, venivano impartite idonee prescrizioni al fine di poter estendere le garanzie da lavoro dipendente alla categoria di lavoratori riconosciuta di fatto eterodiretta di tipo parasubordinato. Tale attività permetteva di applicare la vigilanza sanitaria secondo i dettami del T.U. 81/08 ad oltre 60.000 “Rider” oggetto di accertamento. L’adempimento totale delle prescrizioni da parte delle citate piattaforme comportava l’archiviazione del procedimento penale nel marzo 2022.
Nel corso dei controlli eseguiti a Milano tra il luglio e l’ottobre 2022, finalizzati a verificare l’effettivo e duraturo rispetto da parte delle piattaforme degli obblighi a loro imposti dal d.lgs. n. 81/2008, è emersa l’esistenza di nuove forme di “caporalato digitale” attraverso l’illecita cessione di account. Fino alla metà del 2019, la cessione di account era un fenomeno “fisiologico” dovuto alla volontaria e provvisoria messa a disposizione di terzi delle credenziali di login da parte del “rider” che, non volendo essere sloggato o penalizzato nel ranking, non potendo svolgere personalmente la prestazione per periodi più o meno lunghi (a causa di infortuni, malattia, rientro in patria per gli stranieri ecc..) “prestava” volontariamente il proprio account senza pretendere alcun beneficio economico ma per il solo fine di mantenere in essere il rapporto con la/le piattaforma/e. Durante i controlli, il Comando Carabinieri per la Tutela del Lavoro ha eseguito le seguenti azioni:
Individuato 1609 ciclofattorini in ben 225 Hot Spot precedentemente censiti in tutta Italia, dove i rider si ritrovano in attesa di ricevere gli ordini;
Verificato la presenza del fenomeno della cessione di account sull’intero territorio nazionale, soprattutto nel centro-nord Italia, come già evidenziato a Milano. Su 823 lavoratori stranieri controllati, 92 di questi risultavano in cessione di account, pari all’11,2%;
Accertato 23 prestazioni lavorative fornite da persone irregolari rispetto alle norme di soggiorno sul territorio nazionale;
Avviato verifiche su oltre 1500 rider circa il loro effettivo assoggettamento a tutti gli obblighi in materia di sicurezza ed igiene ai sensi delle norme prevenzionistiche in materia;
Controllato anche un minore che lavorava in cessione di account e che è stato riaffidato al proprio genitore.