Corruzione, criminalità organizzata e riciclaggio di denaro sono le accuse di cui i media europei parlano dalla fine della scorsa settimana, quando è stata arrestata una vicepresidente del Parlamento europeo, insieme al suo partner, ex eurodeputato, presidente di un’ONG chiamata addiritura “Lotta all’Impunità” e a un lobbista il cui identità per il momento rimane sconosciuta. Le retate della polizia belga non hanno colpito solo i soggetti sopracitati (su cui i media europei insistono nel dire che sono in gran parte italiani). È stata anche colpita la residenza di un eurodeputato belga.
Il Parlamento europeo vuole presentarsi come un luogo pulito e uno dei centri europei nella lotta contro la corruzione. Gli eurodeputati, altrimenti privi del diritto all’iniziativa legislativa, sembrano spesso definire la loro missione a Bruxelles come quella di eradicare la corruzione e sostenere lo stato di diritto nei paesi dell’Europa centrale e orientale. Tuttavia, molti degli eurodeputati che hanno costantemente attaccato i governi di Polonia e Ungheria, ad esempio, non vogliono dire nulla in questo momento sulla corruzione all’interno del Parlamento europeo.
Secondo Euronews, il marciume emerso recentemente sarebbe dovuto alle completamente inadeguate regole del lobbying a Bruxelles. Le ultime informazioni mostrano che ci sono 12.400 lobbisti registrati a Bruxelles. Circa la metà di loro lavora per grandi aziende. Poi, circa 3.500 sono rappresentanti di ONG. I paesi non membri dell’UE non sono obbligati a registrare le loro agenzie di influenza nell’elenco dei lobbisti; ad esempio, se l’ambasciata degli Stati Uniti fa lobbying presso l’UE, non è obbligata a registrarsi. Gli ufficiali della Commissione europea sono obbligati a tenere verbali delle loro riunioni con i lobbisti. I parlamentari europei hanno opposto l’applicazione di questa regola a loro; solo i relatori del Parlamento europeo sono obbligati a farlo, ma anche così, la regola viene applicata in modo casuale, secondo Euractiv.
Nello scandalo di corruzione attualmente in corso, almeno due ONG sono coinvolte: la già menzionata “Lotta contro l’Impunità” e “No Peace Without Justice”, fondata da Emma Bonino (ex commissario europeo per l’Italia, ex senatrice in Italia, ex ministro, ex eurodeputato), un grande sostenitore del federalismo europeo. La stessa Bonino è membro del consiglio di amministrazione dell’altra ONG – Fight Impunity, anche questa guidata da un italiano, arrestato in questo scandalo insieme alla figlia e alla moglie.
La natura delle azioni di corruzione in questo caso è incerta, ma un articolo pubblicato da UnHerd mostra che la maggior parte delle persone coinvolte sono ex o attuali membri dei socialisti e democratici del Parlamento europeo o di altri gruppi di sinistra. L’indagine coinvolge una relazione segreta tra le ONG e gli eurodeputati di sinistra. Questo è esattamente ciò di cui il primo ministro ungherese Viktor Orbán e i politici del potere in Polonia hanno avvertito da tempo, le due nazioni sotto attacco da parte di questi eurodeputati e delle loro ONG per anni.