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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato dell’ass. PandaImola.
“Panda Imola sostiene i cittadini che si oppongono alla realizzazione della nuova Isola Ecologica all’interno del Quartiere
Montericco. Con questa nuova opera, malamente localizzata, prosegue senza sosta l’azione di devastazione, passo dopo passo,
del territorio del Comune di Imola e del suo paesaggio.
In primis occorre ripensare alla politica dei rifiuti in modo serio. Per provarci sarebbe necessario che l’Assessore
all’HERAMBIENTE Spada, che sembra specializzata in greenwashing delle peggiori pratiche, in direzione ostinata e contraria
alla sostenibilità ambientale, prendesse a cuore l’ecologia, evitando di generare a comando dichiarazioni apodittiche e frasi vuote,
prive di ogni collegamento con i problemi evidenziati dai cittadini, quasi la “Palmira Cangini” dell’ambiente imolese.
L’unico criterio che sembra essere stato utilizzato per localizzare l’isola ecologica è la proprietà dei suoli: difatti il terreno è di
HERA, gestore del servizio di raccolta dei rifiuti, nonché della Discarica dei Tre Monti.
La circostanza conferma la usuale sudditanza dell’Amministrazione Comunale alla multiutility e si insinua nel solco tipico
dell’urbanistica imolese. La pianificazione in questa città è dettata, da sempre, non dalle visioni prospettiche insediative, di
infrastrutturazione di servizi, di tutela del territorio, dei suoi vincoli e delle sue fragilità, ma dalla banale speculazione fondiaria
massimizzata in base alla proprietà dei singoli terreni su cui si realizzano gli interventi edilizi.
Avverrà per un mero caso, ma da decenni ogni “amico” dell’amministrazione può programmare quello che vuole sui
propri terreni, poi gli enti pubblici accomodano le carte affinché egli possa massimizzare i propri vantaggi economici.
Venendo al caso specifico, Imola necessita senza dubbio di almeno 4-5 isole ecologiche (integrando quella esistente in Via
Brenta e quella poco servita di Sesto Imolese), con caratteristiche minime ben precise:
• localizzazione idonea a incentivare la collettività a conferire rifiuti più agevolmente, con maggiore prossimità alle utenze (una
per il territorio a sud di Imola, funzionale a Pedagna-Ponticelli-Linaro-Fabbrica, una per il quartiere Zolino, una nel quartiere
Campanella e potenziando quella di Sesto Imolese, per la porzione a nord), ma non in mezzo delle case;
• essere ubicate in aree del territorio tali da non generare incremento di traffico su strade non idonee;
• essere realizzate su aree di proprietà del CONAMI o dell’Amministrazione Comunale e non del gestore.
Invitiamo la giunta a utilizzare il buon senso del padre di famiglia: in caso di problematiche con il gestore del sistema di raccolta
dei rifiuti (o di cambio di gestore), la proprietà del sedime dell’impianto costituirà un problema nel trapasso della gestione stessa.
Un vincolo da evitare assolutamente, avendo a cuore le sorti della collettività imolese invece di quelle di HERA.
In occasione della recente scomparsa dei compianti Conti Pasolini Dall’Onda, prima Niccolò, poi Desideria (ultima cofondatrice di
Italia Nostra), il Sindaco Panieri ha dedicato loro frasi di commiato che, alla luce della storia dell’urbanistica imolese e anche
del suo comportamento da amministratore, appaiono a tutti gli effetti altamente ipocrite. I nobili erano cultori del bello, della
tutela del paesaggio imolese, ma non solo, e delle memorie dei luoghi e della loro storia. Il sindaco Panieri parlava, invece, primus
inter pares, in rappresentanza di un’ampia schiera di potenti che hanno avallato lo stupro della bellezza paesaggistica della città di
Imola, in particolar modo sulle proprietà che furono possedimenti proprio dei Conti Pasolini Dall’Onda (quartiere Montericco,
Bretella, ma non solo). Collocare un impianto di raccolta di rifiuti di fronte all’ingresso della proprietà storiche dei Conti,
bellezze paesaggistiche ancora intatte, appare un doppio sfregio, sia al ricordo dell’impegno dei Conti per il paesaggio e
la storia, sia alla collettività imolese attraverso la deturpazione della visuale della chiesa del Quartiere Montericco.
Prosegue senza sosta, difatti, la marginalizzazione della chiesa di San Pio da Pietralcina, proseguendo lo stravolgimento del
progetto originario del compianto Arch. Ing. Luciano Ravaglia.
Una prima marginalizzazione fu attuata con la realizzazione della Bretella della Pedagna, escludendo un accesso diretto dalla
rotatoria con la Via S. Benedetto, obbligando chi vuole raggiungere la chiesa a un tortuoso dedalo, con perdita di tempo,
aumentando il traffico sulle altre strade e l’inquinamento atmosferico ed acustico (legati alla lunghezza dei tragitti percorsi).
Confinamento successivamente proseguito con la variante urbanistica che ha ridimensionato la piazza prevista, rendendone
edificabile una parte considerevole, consentendo al solito costruttore “amico” di realizzare su di essa due condomini (e lauti
guadagni), occultando un pezzo di visuale della chiesa. Occultamento della visuale incominciato già con il noto condominio ACER
di via Giovanni X, con le sue imponenti dimensioni. Ora si aggiunge il progetto dell’Isola Ecologica.
Forse, con la scusa di tutelare il silenzio dell’edificio di culto, dobbiamo ora aspettarci una mega barriera acustica, così da
nasconderlo definitivamente alla percezione dei cittadini?
La prima giunta ad apparente trazione “Curia di Imola” che la storia cittadina ricordi, sembra gestita dai soliti manovratori occulti,
senza fede né rispetto per i beni comuni, che proseguono a distruggere senza sosta. Alla faccia della Laudato Sì, ma con i
presunti sostenitori della lettera Enciclica al comando. “Imola val bene una messa” (Enrico IV de’ Panieri).”
Imola, 24 febbraio 2022
Il presidente Massimo Bolognesi