Con il nuovo Decreto Covid il Consiglio dei Ministri ha deciso di adottare un provvedimento che prevede, a partire dalle scuole elementari, la didattica a distanza solo per gli studenti non vaccinati. È una forma di discriminazione gravissima nei confronti dei nostri giovani, ed è una scelta che naturalmente sta andando in contro a molte proteste da parte delle famiglie, le quali temono eventuali episodi di bullismo e prese in giro.
Premettendo la vulnerabilità che caratterizza tutto il periodo della crescita dei nostri ragazzi a livello psico-sociale e considerando il momento storico che vede psichiatri e psicologi denunciare continuamente con forza l’aumento di comportamenti autolesionistici e di stati d’ansia tra i più giovani, la distinzione che è stata creata tra i bambini vaccinati e non vaccinati in merito al ricorso alla DAD è inaccettabile.
Se da un lato vediamo positivamente la generale riduzione delle restrizione, tra cui la diminuzione dei tempi della quarantena e il ricorso alla didattica a distanza, dall’altro siamo sconcertati per la grave ingiustizia intrapresa nei confronti dei bimbi e ragazzi non vaccinati o guariti. Una decisione che ha più dell’ideologico che delle logiche sanitarie, dal momento che il contagio può avvenire sia che siano vaccinati che non.
La mia posizione è chiara, non devono essere fatte differenziazioni tra bimbi vaccinati e non vaccinati.
Serena Bugani
Membro Commissione sanità e scuola