Nessuna giunta come quella di Panieri è mai stata cosi sconnessa con i problemi reali dei cittadini. Da quando questa giunta si è impossessata del Municipio sono ricominciati gli affidamenti diretti verso quelli che orbitano intorno al marchio tossico, cioe il Pd (così definito dalla sardina Sartori prima che si svendesse) e delle inutili manifestazioni “per i diritti” che non portano alcun beneficio alla situazione degli imolesi e dei comercianti provati duramente da questa gestione disastrosa della pandemia, ovviamente sostenuta con le tasse dei contribuienti.
Vedere la foto delle “tre(dis)grazie” del marchio tossico in un momento così difficile per Imola e per tutta Italia ci fa pensare che cosa hanno combinato o hanno potuto fare gli imolesi per meritare tutto questo. Pensate ad ognuna delle “tre(dis)grazie” mentre la vostra bolletta è arrivata alle stelle e chedetevi come è stato possibile votare gente che non ha mai lavorato in proprio, non ha figli e non sa cosa sia la fatica di mandare avanti un’azienda (senza affidamenti diretti) e una famiglia normale.
Poi hanno il fegato di parlarti dell’utilità della visita e delle parole di uno lasciato fuori dalla giunta di Lepore e infine ripescato per fare “il presidente del Territorio Turistico Bologna-Modena”. Udite udite che parole gravi e grosse ha usato in riferimento alla città la sardina “esperta” di turismo e patrimonio: “La valutazione del patrimonio culturale imolese è molto positiva. Probabilmente un patrimonio culturale di questo tipo in qualsiasi altra città dell’Europa sarebbe fortemente riconosciuto”. Pensate che l’immersione della sardina a Imola non è stata per fare qualcosa per il patrimonio culturale della città, già riconosciuto in tutto il mondo e nelle riviste specializzate che non si vedono con la tessera Arci, ma per una manifestazione ideologica dove si proprinano i diritti di alcuni (Zaki & co.) mentre il “marchio tossico” e tutte le sue varianti putride fanno finta di non vedere il livello di demenza del governo Draghi e la discriminazione raggiunta proprio per quelli che hanno manifestato la loro coscienza in materia di inoculazione tramite il ricatto.
Siamo arrivati al punto che chi non ha il green pass non può accedere alla maggior parte dei negozi e neppure in Posta per ritirare la pensione e queste (dis)grazie hanno il nervo di parlarti di cultura e diritti e fare valutazioni sul patrimonio della città…