All’inizio dell’isteria pandemica non volevamo in nessun modo pubblicare i numeri dei contagi e dei morti, ed ecco che il tempo ci ha dato ragione. Né i numeri dei contagi, né quelli dei decessi sono stati quelli che ci hanno raccontati. L’anno scorso, invece di pubblicare i numeri dei decessi che ci raccontavano, abbiamo fatto un’indagine e abbiamo potuto contarli . In quell’occasione avevamo visto che nulla era cambiato rispetto all’anno precedente in fatto di decessi. Abbiamo cominciato a seguire l’andamento dei dati soltanto quando è iniziata la vaccinazione di massa e soprattutto quando il dr. Rossi ci ha raccontato che a Imola è apparsa una “variante inglese con tipizzazione locale”. A quel punto abbiamo capito che quello che ci veniva raccontato sui contagi non era tanto per descrivere una realtà (quella che il virus era in circolazione), ma che si spingeva per una vaccinazione ad ogni costo. In meno di un anno di distanza la gente ha accettato di farsi iniettare per tre volte dei prodotti chiamati “vaccini” senza sapere quali potrebbero essere gli effetti a lungo termine, ma solo per la paura e soprattutto per la speranza di mettere fine a questo incubo. Nella psicosi di massa molti si sono dimenticati delle cure a domicilio, tanto da lasciarsi ricattare con il green pass. Adesso che la gente ha cominciato a capire, con tanta fatica anche a causa della censura sui social, e morti e contagi dopo le vaccinazioni, che c’è qualcosa che non va nella narrativa ufficiale. Vediamo come in vista della terza dose (“un business per le case farmaceutiche” cit. Report Rai) e della vaccinazione di bambini (che hanno meno probabilità di infettarsi e di morire di Covid) come si ricomincia con certi titoli, anche nella stampa locale, per indirizzare la gente a compiere alcune azioni considerate “giuste” e di “dovere civico” nel “contesto pandemico”.
A Imola qualcuno dalla stampa locale hanno scelto di pubblicare i dati dell’AUSL e diversi articoli del direttore o di qualche sindacalista, senza però mai metter in discussione quello che viene trasmesso o scritto come se i loro dati e commenti fossero insindacabili. Vi ricordiamo che dall’inizio del pandemia o più precisamente da quando il dottor Rossi si è lanciato a fare bollettini settimanali, la maggior parte dei casi attivi anche quando la vaccinazione non era ancora cosi tanto spinta e propagandata (addirittura fino ad arrivare al ricatto delle persone con il greenpazz’) era a casa con “vigile attesa e tachipirina” e stranamente sono sopravvissuti senza le vaccinazione e senza le medicine di alcun tipo.
Adesso i numeri di vaccinazioni sono alti sia con la prima, sia con la seconda, però vediamo che i numeri dei contagi crescono, c’è chi dice che è la pandemia dei non vaccinati. Con il greenpass i tamponi giornalieri sono aumentati in modo esponenziale tra i non vaccinati e ci si saremmo aspettati che tra loro (noi) il tasso di positività aumentasse in modo proporzionale, invece non è cosi. Anzi, vediamo come nelle case di riposo con tutto il personale ultravaccinato, tra i lavoratori delle forze dell’ordine ultravaccinate i contagi scoppiano. Tornando alla stampa locale, vogliamo farvi notare il balzo del contagio e i titoli in base alle attività che il Comune organizza. Quando Imola “rifioriva” e la giunta Panieri spingeva per il greenpazz’ anche per il Consiglio Comunale, non si parlava dei contagi, sembrava che le transenne ad affidamento diretto proteggessero e tutto andava liscio per la “ripartenza”. Nessuno faceva caso al fatto che tra i mesi estivi dell’anno scorso e quelli di quest’anno nonostante la vaccinazione la situazione dei contagi era quantomeno strana.
Siccome adesso che il Governo del “Dr.Aghi” spinge per la vaccinazione dei bambini e anche per la terza dose, ecco che notiamo nella stampa locale “mainstream” titoli del tipo “aumenti dei contagi nelle classi”, “boom di contagi”, ma attenzione… questi titoli non vengono mai usati nei weekend del Baccanale, tutto succede in settimana. Per esempio nel tempo del Baccanale (6-7-8 novembre) del “gusto amaro al cioccolato’ sono stati 95 i contagi, dal che è chiaro che la maggior parte sono vaccinati, ma nessuno titolone. Invece nella settimana con 54 contagi, niente da far notare. Oggi, per l’11 di novembre, l’Ausl ha comunicato 26 nuovi contagi e qualche morto a causa delle “patologie pregresse”.
Quando finirà il Baccanale state certi che i titoli di questo tenore verranno più spesso pubblicati nelle locandine e conditi con qualche decesso in più, di qualche ottantenne o novantenne che no, non è mai morto per vaccini, ma solo e soltanto per patologie pregresse (anche se quando si parlava solo di covid non contavano) cosi da convincervi a fare la terza dose, se siete sopravvissuti alla prime due. Stranamente durante il Baccanale la giunta Panieri non ha messo le transenne e non ha chiesto il greenpass nei lugohi della piazza dove si crea qualche assembramento involontario, né sono stati messi i nastri intorno alle bancarelle dei mercati o gente che vi misura la temperatura (dato privato), ma vedremo con l’avvicinarsi del Natale e per salvare il Carnevale come l’ atteggiamento dell’amministrazione cambierà anche in base agli stati d’umore del Ray Ban Bonaccini.