Un nuovo codice colore in più, 5 codici invece dei 4 precedenti, per una nuova modalità di triage. Dal 20 ottobre, i cittadini saranno accolti e valutati dagli infermieri del triage, già formati al nuovo sistema di codici colore.
Ai colori rosso, arancione (che sostituisce il giallo), verde e bianco, si aggiunge ora l’azzurro collocato tra arancione e verde, che indica un’urgenza differibile. L’introduzione dei 5 codici di priorità si accompagna ad un nuovo sistema di triage che terrà conto, nella attribuzione del codice colore, non solo del livello di criticità di chi arriva in Pronto soccorso, ma anche della complessità clinico-organizzativa e dell’impegno assistenziale necessari per attivare il percorso di presa in carico, in modo da ottimizzare il flusso dei pazienti e migliorarne l’esperienza.
L’adozione di questo nuovo sistema di triage, coerente con le Linee di indirizzo nazionali, si ispira a un modello di approccio globale alla persona e ai suoi familiari, e consentirà un uso ancora più appropriato delle risorse umane e strumentali, in base alla complessità dei casi e la piena attuazione di soluzioni organizzative o di percorsi specifici, per individuare sempre più correttamente la priorità d’accesso alle cure e indirizzare il paziente verso percorsi diagnostico-terapeutici sempre più appropriati.
I codici colore
Cinque i codici colore:
rosso (per l’emergenza, richiede una valutazione immediata da parte dei sanitari)
arancione (urgenza indifferibile, 15 minuti come tempo di attesa massimo per la presa in carico)
azzurro (urgenza differibile, 60 minuti tempo d’attesa massimo)
verde (urgenza minore, 120 minuti)
bianco (non urgenza, 240 minuti).
Nella definizione della priorità l’infermiere del triage tiene conto del problema di salute principale, del livello di criticità, del rischio di evoluzione clinica peggiorativa e del percorso di cura più appropriato. Alla definizione del codice colore concorrono ulteriori fattori, quali il livello di dolore, l’età, il grado di fragilità e/o disabilità, particolarità organizzative e di contesto locale. Si tratta di un processo dinamico, che implica rivalutazioni periodiche, poiché le condizioni cliniche dei pazienti in attesa di essere presi in carico dai medici possono migliorare o peggiorare, in modo da richiedere una rivisitazione del livello di priorità e/o del percorso di cura.