A Roma sono stati circa 10 mila i partecipanti alla manifestazione NoGreenPass. Nonostante infiltrati ed utili idioti, ieri la folla che si è riversata in Piazza del Popolo è stato un fortissimo segnale per tutti quelli come Draghi che ci hanno privato dei diritti fondamentali con la scusa della “emergenza sanitaria”.
Per alcuni l’attacco alla sede della CGIL era inevitabile, non tanto per colpa dei “fascisti”, ma per 30 anni di svendita dei diritti dei lavoratori. Ormai la CGIL non ha alcuna ragione di esistere, dal Job Act, dall’abrogazione della L. 230/62 con l’istituzionalizzazione del precariato, per arrivare alla tessera “verde” per andare al lavoro.
Inutile che si usi la violenza di pochi per criminalizzare chiunque scenda in piazza, la CGIL andrebbe semplicemente chiusa, altro che solidarietà. La solidarietà deve essere data solo a chi, dal 15 ottobre, non potrà più lavorare.
Inutile anche la condanna del sindaco Panieri, uno dei promotori del passaporto vaccinale nel circondario imolese, i sindacati non rappresentano più né il lavoro, né la democrazia. In un paese veramente democratico, non solo a parole, i cittadini devono mostrare un lasciapassare per spostarsi e per lavorare? Il greenpass obbligatorio per i lavoratori è la complice sottomissione dei sindacati, visto che non è una misura di sanità pubblica, ma una scelta politica per indirizzarci verso uno stato di controllo, tipico dei regimi comunisti.
A questo punto dobbiamo chiederci tutti esattamente come ha fatto il filosofo ed accademico Giorgio Agamben, intervenuto nel corso di un’audizione presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato: Fino a che punto siamo disposti ad accettare che si spinga il controllo?