Domani, in piazza Caduti per la Libertà a Imola andrà in scena la “solidarietà” da parte delle associazione della galassia PD, quella che viene chiamata “la rete delle donne imolesi”.
“Ripartiamo dalle donne afghane. La presa del potere dei talebani in Afghanistan sta cancellando i diritti delle donne afghane acquisiti negli ultimi 20 anni. Le donne non tacciono, non accettano” dicono loro, ma siamo scuri che queste associazioni scendano in piazza per le donne afgane e per i loro diritti? Chi non volveva che le donne e i bambini in Afghanistan non stessero bene e non potessero avere una vita normale?
Con la guerra in Afghanistan alcuni si sono resi conto che si possono far soldi, molti soldi, le informazioni che partivano di là cominciavano ad essere “elaborate” per darne notizia al pubblico e alla stampa. Venivano divulgati i “progressi” sul campo, si iniziò a mentire duramente sul modo in cui stavano andando le cose, sulle spese, sul numero di soldati afgani, ecc. Sostanzialmente hanno mentito su tutto, però era sempre importante mostrare dei “progressi” nell’attuazione delle “riforme”. Queste sono due parole adorate dalla sinistra globalista, con le quali si può ingannare la gente priva di facoltà di ragionare. Il tutto perché i soldi pubblici continuassero ad arrivare (altre parole usate dalla sinistra sono “democrazia”, “diritti”, “accoglienza” al posto del business, ecc.).
Coloro che sono stati in Afghanistan hanno ben conosciuto la realtà sul campo e hanno cercato di attirare l’attenzione della realtà sul campo, ma come sempre accade non sono stati ascoltati. Alcuni in Occidente non li ascoltavano perché erano loro stessi coinvolti negli affari sporchi che si consumavano nel territorio. Altri, come i leader della sinistra, non volevano accettare che il loro sistema globalista non funzionasse, non concepivano che le loro politiche “progressiste” per promuovere l’Lgbt e altre scemenze di genere potessero non piacere alla popolazione afgana. Cosi che le aberrazioni ideologiche sostenute dai burocrati occidentali in Afghanistan, come il genere e l’ideologia LGBT, hanno legittimato la lotta ideologica dei talebani. Dopo miliardi spesi là, inclusi i soldi pubblici dati alla NATO e alle diverse ONG, tutto è crollato in pochi giorni, anche con l’aiuto della popolazione stessa.
Adesso le stesse aberrazioni sui “diritti” vengono promosse da queste donne della galassia PD e dalle sue varianti infettive, cioè delle attiviste che dicono che: “vogliono ripartire dalle donne Afghane”. Nel frattempo con l'”emergenza immigrati” e con lo starnazzare della commissione “pari opportunità” (dove trovi più o meno le stesse attiviste), sul territorio imolese sono già partiti 40 mila euro per “la manutenzione di due alloggi a indirizzo segreto per case rifugio” gestite, guarda caso, dall’Associazione Trama di terre, proprio una di quelle associazioni che scenderà in piazza per mettere in scena la sua “solidarietà” senza scopo di lucro.