Anche ad Imola i sindacati non sono dalla parte dei lavoratori, invece di chiedere più tutele per i lavoratori, chiedono l’obbligo vaccinale.
Anni fa, anche se nella città sul Santerno di meno, i sindacati scioperavano di continuo, invece adesso che il dritto al lavoro viene cancellato da un “ville affarista” non si sentono , ma si sono messi dalla parte del potere.
Se i sindacati avessero proclamato lo sciopero generale contro il greenpass, probabilmente sarebbe stato lo sciopero con più adesioni nella storia del dopoguerra,ma abbiamo visto come proprio loro hanno sostenuto la sospensione dei lavoratori senza il greenpass.
Se fossero stati veramente dalla parte dei lavoratori,avrebbero dovuto far presente al governo la legge 953/2021 del Consiglio d’Europa,contro la discriminazione.
Ad Imola i principali sindacati spingono per l’obbligo vaccinale, senza sapere e tenere conto degli eventuali effetti avversi a lungo termine. Neanche uno dei sindacalisti locali ha avuto in mente che non basta l’obbligo vaccinale e ci dev’essere almeno una tutela per quelli danneggiati. Anche se si parla meno di questi ultimi, comincianno ad apparire e non sono pochi come ci vogliono far credere il mainstream.
Tra l’altro è di pochi giorni fa la notizia di alcuni sindacati che avevano denunciato il fatto che: “In un mese, 1.848 infirmieri,quasi tutti già inoculati, si sono infettati. Le Asl lo nascondono per non dare argomenti ai dubbiosi” (La Verità).
Queste è una nuova prova che il lasciapassare che ha sostituito il diritto al lavoro sancito dalla Costituzione, è inutile e che i vaccini non presentano alcuna garanzia. A questo punto ci chiediamo chi è in possesso di una tessera sindacale non sarebbe caso di restituirla?