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Dall’inferno afgano all’inferno del PD & Coop, i primi 17 profughi arrivati ad Imola

Dal comunicato ufficiale sull’arrivo dei 17 immigrati sul territorio imolese si possono capire alcune cose. La prima che ci salta agli occhi è che, più che spinti dalla pietas umanitaria, i sindaci del Circondario, come nel caso del greenpass, hanno dovuto mettere le mani avanti con il comunicato del 18 agosto quando affermavano che il Circondario era pronto ad attivarsi per l’Afghanistan.

“Il Circondario Imolese, da sempre territorio con solide radici democratiche e solidali, non rimarrà indifferente rispetto alla tragedia umanitaria che si sta consumando in Afghanistan ed è pronto a fare la propria parte – così come sostenuto dall’Anci Nazionale e in accordo con la Città Metropolitana – esprimendo tutta la disponibilità all’accoglienza dei rifugiati e delle rifugiate” scrivevano i sindaci (in maggioranza del PD) che a quanto pare hanno giàrisolto le criticità sociali delle famiglie sul loro territorio e adesso possono farsi belli con la propaganda sull’accoglieza. Nel comunicato ufficiale vediamo che “altre regioni d’Italia e altre città dell’Emilia-Romagna e della Città Metropolitana accolgono famiglie afghane costrette a lasciare il proprio Paese”.

Abbiamo notato – sempre nel comunicato ufficiale – che si omette il nome della cooperativa che se ne occuperà e si dice soltanto che si tratta di una “cooperativa sociale che da anni opera nel settore dell’accoglienza e che ha anche mediatori culturali che parlano afghano, per facilitare una migliore integrazione nella nostra comunità”. Ora possiamo pensare a qualche cooperativa che ha rappresentanti nella Commissione “Pari Opportunità” (la commissione che sembra un’appendice del PD) o a qualche cooperativa che ospita profughi economici dal Bangladesh, che abitano nella zona vicina a Osteriola, con tanto di tessera sanitaria e abbonamento TPR pagato, che vanno a lavorare al posto di quelli che secondo la narrativa del partito delle coop “non vogliono fare certi lavori”, e lavorano nei campi dei contadini senza l’equipaggiamento adeguato (scarpe d’infortunistica, cappellino contro il sole e a volte senza nemmeno una bottiglia di acqua da bere)…

Per giustificare l’accoglienza che porterà lavoro e denaro pubblico a queste coop della galassia PD, Marco Panieri, sindaco di Imola e anche presidente del Nuovo Circondario Imolese, dichiara che “nella situazione drammatica che sta vivendo il popolo afghano, con quelle immagini cruente e anche tragiche che tutti abbiamo visto, una città come Imola e un territorio come quello del Circondario Imolese, che hanno nel proprio dna l’applicazione concreta dei concetti di solidarietà e inclusione sociale, non possono non accogliere e aiutare le persone afghane costrette a lasciare la propria terra”.

Che il popolo afgano stia vivendo una situazione drammatica è fuori di dubbio, ma come siano arrivati in quella situazione (a causa della sinistra globalista che voleva mettere le mani sulle loro risorse ed esportare la sua “democrazia”) il sindaco PD non lo spiega. Si avvale invece del trucco delle “immagini cruente e anche tragiche che tutti abbiamo visto” e continua con il suo politichese a mettere l’accento sull’accoglienza, come se non sapessimo come si sarebbe agitato il “DNA” delle coop appartenenti alla galassia PD in caso che avessero visto sfuggire un’altra occasione di ricevere dei soldi pubblici. Dopo le frasi del sindaco (che hanno effetto solo su chi non è informato) veniamo a sapere che per questi profughi la quarantena è già stata fatta… Ah, sì, è vero, non dobbiamo dimenticare che siamo in un’eterna emergenza e che il virus anche nelle piazze si ferma… al recinto pagato con affidamenti diretti.

Quanto ai primi 17 profughi afgani arrivati a Imola, il sindaco afferma che non vuole offrire loro soltanto una “prima accoglienza”, ma “aiutarli a costruire una nuova prospettiva di vita e un futuro migliore, come è nella tradizione di accoglienza e inclusione che caratterizza da sempre anche il nostro territorio”. Adesso per queste persone e per i prossimi che arriveranno (perché non pensiate che il PD e le coop si lasceranno scappare l’opportunità di fare quella che viene chiamata ossessivamente “accoglienza” e che altri considerano un “business”!), c’è bisogno dell’interprete, ma mettiamo che tra qualche anno, dopo aver imparato la lingua, qualcuno gli spiegasse come stanno le cose e come siano arrivati in quella situazione… Potremo spiegare loro come funzionano il mondo delle cooperative rosse e i tentacoli della politica PD e che cosa li spinge all'”accoglienza. Potremo spiegare loro come funzionano la corruzione, l’avidità, le storie sul gender e certe ideologie. Probabilmente capiranno che al posto dell’inferno in Afghanistan si è aperto davanti a loro un altro tipo di inferno. Ma nel caso gli imolesi non avessero ancora capito, visto come hanno votato l’anno scorso, come faremo a farlo capire agli afgani?

Portare persone che scappano dalla guerra è sicuramente un buon intento, ma ricordiamoci sempre che la strada di qualsiasi tipo di inferno è lastricata di buone intenzioni. Adesso ci parlano di due famiglie, perché dire solo immigrati o profughi non fa più effetto, ma ci chiediamo – visto che molti afgani tra quelli che verranno portati in Europa potrebbero essere stati dei collaboratori degli occupanti, pardon degli “esportatori di democrazia” – cosa succederebbe se fossero seguiti da quelli spinti da qualche spirito partigiano e talebano di vendicarsi?