Riceviamo e pubblichiamo
Gent Direttore,
Torno, di malavoglia, sulla vicenda Imola -Ardakan ma solo perché ci sono degli sviluppi.
Torniamo sulla vicenda del Patto di Collaborazione (vedi Gemellaggio) Imola – Ardakan (Iran) perché questa questione ci sta a cuore. Non è sempre il tempo dello “stare coperti”.
È una questione di principio.
Lo facciamo perché sia sui giornali sia nell’Ordine del giorno del consiglio comunale la Maggioranza ha promosso un Odg sul gemellaggio con gli Ayatollah.
Il documento ci è stato girato da un/una Consigliere/a di Maggioranza che ringraziamo per la sua cortese attezione e per il fatto che, ci ha assicurato, condivide in pieno la nostra disapprovazione verso questo tipo di gemellaggio.
Faremo una analisi del testo del documento.
Prima di iniziare però desideriamo veramente chiarire che non si tratta di un intervento o giudizio politico sull’operato di questa Giunta, cosa che non ci interessa fare e che non sarebbe nemmeno corretta.
Si tratta solo di una preoccupazione di cittadini informati.
La domanda fondamentale a cui nessuno ha dato fino oggi realmente risposta e che nemmeno il testo della Maggioranza chiarisce è: “Perché dovremmo gemellarci con questa città iraniana?”
Esattamente perché sarebbe obbligatorio farlo?
Se lo chiediamo ad Andrea Zucchini, che sta facendo il suo lavoro di promoter per gruppi economici, lui ci risponde che va fatto per avere vantaggi economici, come ha ben chiarito con la sua conferenza stampa del 12 giugno nella quale ha affermato che l’operazione varrebbe 100 milioni.
Domanda: sulla base di quali calcoli si valutano 100 milioni di benefici? A chi andrebbero? A quali categorie? Andrea lo fa per beneficenza perché ama il territorio? Sono semplici interriogativi che ci poniamo.
Se lo chiedete invece all’Assessora Penazzi lei vi dirà che si può fare e che sarebbe una cosa fantastica, anche perché glielo ha detto la sua collaboratrice iraniana in farmacia o qualcosa del genere, come da registrazione della commissione consiliare dedicata.
Se lo chiedete all’Assessora Spada vi dirà che l’incontro di culture è stupendo, ma non andrà oltre a questo, come da registrazione della commissione consiliare dedicata.
Fino a maggio la Giunta è andata avanti entusiasticamente con la scelta del gemellaggio e solo dopo le prime critiche, in particolare quelle della commissione pari opportunità, ha tirato, ma solo in parte, il freno a mano.
L’affermazione “ma la scelta è stata della Sindaca Sangiorgi” è vera ma non giustifica il fatto di gemellarsi con un regime che non rispetta i diritti politici e civili di tanti suoi cittadini. Come ci dicevano le nostra mamme “se il tuo amico si butta nel pozzo, lo farai anche tu?”. Ora al governo non c’è la Sangiorgi, per cui se una cosa non si vuole fare, non si fa.
L’affermazione “è promossa da realtà economiche del territorio” è vera, ma, a nostro giudizio, non dovrebbe essere il tal imprenditore a guidare una scelta politica, dovrebbe essere la politica.
E prima dei soldi, in un mondo normale, dovrebbe venire la tutela dei diritti delle persone.
E ora veniamo al testo dell’OdG. Vogliamo dire che condividiamo appieno la premessa, la quale da’ ragione a chi ha sempre criticato questa pessima scelta.
Dobbiamo dire che il testo va anche oltre quello che, chi criticava, ha sempre detto; anzi, diciamo che lo semplifica troppo. L’Iran in realtà è un Paese complesso e non è corretto presentarlo superficialmente solo come un regime totalitario. Sembra fatto di fretta, eppure il tempo c’ è stato per pensarci . Esistono alcune libertà in Iran ,ma nella bilancia tra governo liberaldemocratico e autoritario, essa pende ancora decisamente verso il secondo. È un regime illiberale, una teocrazia che non rispetta gay, donne e opposizione politica.
Nella premessa troviamo infatti queste parole:
“’Iran ha un regime politico “autocratico “, cioè non democratico, in cui la Religione domina la politica e dove la rappresentanza politica è guidata dall’alto reprimendo il dissenso e le alternative riformatrici. – Mancano del tutto le libertà politiche e le libertà individuali, non vi è nessuna divisione dei poteri , non c’è un reale pluralismo politico e non c’è una vera libertà di stampa; – La situazione si è aggravata con le recenti elezioni presidenziali, nelle quali si è affermato un Presidente ultraconservatore ; – Esistono misure restrittive dell’Ue volte a convincere l’Iran a rispettare gli impegni internazionali in materia di proliferazione nucleare e adottare misure in risposta alle gravi violazioni dei diritti umani In Iran. In particolare la comunità internazionale in sede Onu e Ue ha sottolineato di vigilare sulla condizione femminile e di condannare ogni violazione dei diritti che limiti la libertà delle donne; – Contemporaneamente alle sanzioni continuano i colloqui diplomatici e le relazioni economiche e commerciali dei diversi Paesi europei”
Tutto vero, ma, ribadiamo, queste premesse danno ragione a chi non condivide la scelta del gemellaggio. E allora perché dovremmo gemellarci?
Il documento continua:
“Va condannato sul piano politico il regime “teocratico” iraniano e ogni violazione dei diritti umani , politici ed individuali venga condannata; – Il patto tra le due città e le due comunità va valutato e deve essere finalizzato a favorire una transizione democratica sostenendo le forze riformatrici che vogliono il cambiamento”
La seconda frase appare oggettivamente eccessiva. Imola può contribuire al cambiamento democratico di un Paese di 80 milioni di persone? Non sapremmo dirlo con certezza. Questa convinzione o appartiene a chi è puramente ingenuo oppure a chi prova di giustifcare una cosa oggettivamente ingiustificabile.
Ma veniamo al dispositivo finale, il vero cuore della questione. Si chiede alla Giunta di:
“A mettere in campo tutte le iniziative volte ad una valutazione del patto attraverso un monitoraggio, una verifica e una modifica del patto stesso ed assumendo ogni azione conseguente affinche’ sia coerente con le premesse indicate; – Ad intraprendere ogni azione diplomatica per esprimere la nostra condanna e preoccupazione relativamente al rispetto dei diritti umani in Iran”
Abbiamo letto diverse volte questa parte. Ora, non sappiamo come si potrebbe monitorare la situazione iraniana. Mandiamo dei caschi blu imolesi in loco?
E se la situazione è già come quella descritta in premessa, allora perché si intende fare lo stesso il patto? E’ una palese contraddizione che si spiega solamente che si è cercato di mettere insieme i cocci dopo che le critiche erano uscite pubblicamente.
Diciamocelo con franchezza: tanto il gemellaggio si vuole fare come decisione politica e allora serviva un documento della maggioranza per cercare di mettere una toppa in vista della discussione politica in Consiglio.
Per esperienza diretta sappiamo come funziona e che i consiglieri a volte sono chiamati a votare documenti, anche se si hanno alcuni dubbi. Ci sta. Ma in questo caso, a nostro modesto giudizio, non si doveva mettere una toppa (fatta molto male) ma si doveva dire chiaramente alla Giunta che questa è una scelta eticamente sbagliata.
Un Sindaco e gli Assessori non sono infallibili, siamo tutti umani. Tutti noi sbagliamo.
Se c’era un accordo con Zucchini per qualche ragione, beh, questa volta non andava rispettato. E la ragione per farlo è l’unica che dovrebbe muoverci tutti: prima viene il bene della comunità.
Per tutte queste ragioni resta senza risposta la domanda iniziale: “Perché si deve allora fare per forza il gemellaggio con l’Iran?”
Qualcuno dia la risposta vera.
Marcello Tarozzi
Scrittore e cittadino imolese