Dopo la bambinata di alcuni consiglieri comunali durante la mozione proposta dai consiglieri Merli e Vacchi (gruppo FDI) sull’identificazione dell’appartenenza politica dei consiglieri durante le commissioni, ha fatto seguito, l’altro giorno, un tema importante, portato in Consiglio comunale tramite la mozione della consigliera Marinella Vella (Lista Cappello), sull’avvio di uno studio di fattibilità per la costruzione nell’area cimiteriale del Piratello di un tempio crematorio.
L’idea di costruire un crematorio a Imola non è nuova, anzi la proposta è stata presentata nel 2009 dal consigliere di Sinistra Arcobaleno Mauro Barnabe. Il Consiglio Comunale aveva addirittura approvato, nella seduta del 9 dicembre 2009, una delibera che impegnava l’amministrazione comunale a realizzare a Imola entro la fine della legislatura, cioè il 2013, il forno crematorio. Come molti consiglieri comunali sono sconosciuti ai cittadini (per alcuni non sarebbe manco una grande perdita) da qui anche l’utilità della mozione di FDI di farli conoscere (respinta poi con l’arroganza specifica del PD), così sono sconosciute sia ai nuovi che ai vecchi consiglieri comunali le delibere su temi importanti, come quella presentata nel 2009. Secondo gli addetti ai servizi funebri, con cui abbiamo parlato, nella città di Imola la richiesta per questo tipo di servizio ha superato quello delle tumulazioni: se nel 2008 ce n’era una ogni cinque, adesso la richiesta per la cremazione è una ogni tre E c’è da dire che, proprio secondo i regolamenti, i Comuni devono garantire i tre tipi di sepoltura: tumulazione, inumazione e cremazione.
La cremazione ha un costo di 586 euro per la salma, 464 euro per i resti mortali e 196 per le ossa. Se, la città avesse un proprio forno crematorio, le spese per i servizi funerari si abbasserebbero. Per esempio, non ci sarebbero gli oneri di trasporto, visto che il costo a seconda della tipologia del servizio espletato (come portare la dalla dalla camera mortuaria in chiesa, dalla chiesa al cimitero o al forno crematorio) varia tra i 200 e i 290 euro. Per adesso gli imolesi che chiedono questo tipo di servizio si possono rivolgere ai crematori di Molinella, Cesena, Bologna, Faenza e Ravenna e addirittura c’è qualche crematorio che, per incentivare l’utilizzo del suo forno, rimborsa 50 euro di spesa non alla famiglia, ma all’impresa funebre.
Gli ultimi due crematori menzionati sono gestiti dalla AZIMUT SPA, una sorta di CON.AMI e, visto il tesoretto da 3,7 milioni nel bilancio del Comune di Imola, prima che si evaporasse su qualche curva di qualche circuito con i solti affidamenti diretti, gli attuali consiglieri comunali di maggioranza PD potrebbero (se avessero un po’ a mente e a cuore i problemi dei cittadini, tra cui anche l’ultimo passaggio nell’aldilà, secondo la volontà di ognuno e le capacità finanziaria della famiglia) portare all’adempimento la delibera già approvata nel 2008.
Dato che la speranza muore ultima (purtroppo in questi tempi di dittatura sanitaria) chiediamo agli stessi consiglieri maturi o no del PD e alle loro varie liste “civiche”, visto che sono 40 anni che Imola ha bisogno di una camera mortuaria adeguata, di fare qualcosa anche in questo senso e di riproporre la mozione della consigliera Vella come se fosse la loro, esattamente come hanno fatto sempre i loro predecessori, con qualsiasi proposta buona venuta da parte dell’opposizione. Nel frattempo visto che Imola corre il rischio di essere sopraffatta dalla superbia e dalle manie di grandezza di alcuni suoi consiglieri di maggioranza, ricordiamo la frase “Respice post te. Hominem te memento (mori)” (Guarda dietro a te. Ricordati che sei un uomo (n.n.-un consigliere) e quello che è successo alle elezioni nel 2018 ha tutte le possibilità di ripetersi, visto che il precedente si è creato e che la breccia è stata aperta.
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