Nel Consiglio comunale di Imola, giovedì 27 maggio 2021, da parte dei consiglieri leghisti Serena Bugani e Simone Carapia è stata presenta una mozione per promovere e difondere un segnale semplice, ma efficace, contro la violenza nella città di Imola. Il Signal for Help è stato lanciato nell’aprile 2020 in piena pandemia dall’associazione Canadian Women’s Foundation ed è un segnale che sta diventando pian piano popolare in tutto il mondo.
Nella presentazione della mozione, Bugani ha parlato dell’aumento della violenza domestica a causa delle misure di contenimento che hanno inciso negativamente sui contesti familIari e della promozione di questo semplice gesto che può salvare le vite di donne, bambini o anziani:
“E’ fondamentale impegnarsi a promuovere nel nostro territorio il “Signal for Help”, un segnale di aiuto che consiste in un semplice gesto da fare con la mano, con il quale le persone possono indicare silenziosamente che hanno bisogno di aiuto e che qualcuno chiami il centro antiviolenza locale, 1522, e/o le Forze dell’Ordine al posto loro, senza destare in questo modo sospetti nell’eventuale abusante”.
A nostro parere una proposta di buon senso, ma siccome la Commissione Pari Opportunità, votata da nessuno e che sembra piuttosto un’azienda del PD, l’ha definita “propagandistica” e addirittura “pericolosa”, prima del Consiglio comunale di giovedì scorso. Si, parliamo di quella commissione per “pari opportunità” che , come aveva notato la consigliera Marinella Vella “non si era espressa per nulla sul patto di collaborazione economico e culturale con la città (iraniana) di Ardakan.
Ma, per farvi un’idea della ipocrisia della maggioranza che ha respinto questa mozione sulla base delle opinioni espresse da questa commissione, vi riportiamo alcune parole dei consiglieri di maggioranza e di minoranza su questo semplice gesto.
Per Mirella Pagliardini non spetta “al Consiglio comunale dare diffusione a questo gesto con la mano”, perche “le associazioni che conoscono il meccanismo della violenza maschile chiedono di non diffondere il messaggio”, cosa che non ci stupirebbe visto che il meccanismo per accedere ai fondi pubblici, con la scusa della “lotta alla violenza contro le donne”, inciamperebbe proprio con il signal for help, cioè con un “semplice gesto, un aiuto in più, una cosa assolutamentete gratuita – Maria Teresa Merlli (FDI)”.
Per l’assessore Elisa Spada “chi vede questo segnale non è detto che sappia interpretarlo” e ha interpretato la discussione della mozione come un “attacco alla Commissione pari opportunità”, ma stranamente non ha notato l”ipocrisia di fondo” della cpo , visto che aveva ritenuto la mozione “povera di contenuti”, però non ha presentato alcuna proposta per migliorarla.
“Non ci sarebbe bisogno – come ha notato la consigliera Vella – di un protocollolo astronomico per questo segnale, basterebbe che fosse diffuso e che chi lo vede chiami le forze dell’ordine! Ci sono donne talmente succubi e controllate dai mariti che non sono neanche in grado di chiamare il numero antiviolenza o chiamare le forze dell’ordine” ha detto la consigliera Vella, che poi si è espressa favorevole alla mozione, visto che il segnale può essere uno strumento in più contro la violenza sulle donne.
Anche per il consigliere Ezio Roi del M5S la mozione era da accogliere essendo assolutamente ragionevole, al contrario della Pagliardini che l’ha giudicata “una improvvisazione” alla quale ha contrapposto la “seriosita”… mentre riconosceva che oltre i centri di violenza, non aveva chiesto anche un parere alle forze dell’ordine.
Per il seguace politico della Meloni in Consiglio comunale, Nicolas Vacchi, “le istituzioni publiche hanno il dovere di diffondere per primo questo nuovo segnale che è internazionale, ma la maggioranza è sorda” e su questo siamo assolutamente d’accordo sia sul dovere delle istituzioni sia sulla (as)sordità della maggioranza.
Poi, come al solito la presenza di Samachini in Consiglio si giustifica solo per dar contro al leghista Carapia, non avendo proposte concrete, ma invenzioni del tipo che qualcuno ha denigrato le donne in Consiglio comunale, perciò non possiamo non essere d’accordo con chi gli ha ricordato che “dice della falsità” e ci domandiamo come mai la Lega non lo abbia querelato perché, se si fosse stato a parte inverse, conoscendo gli atteggiamenti della sinistra pd-comunista, già sarebbe stata pronta la notifica dell’eventuale querela, prima della diffida.
Visto che il consigliere Ussia è mancato dall’inizio della discussione su questo segnale, trasformato in un campo di battaglia ideologico, ci chiediamo se il giovane consigliere abbia chiaro il concetto di vergogna, dato che ha avuto un “po’ di vergogna” per le cose giuste dette dalla consigliera Vela, ma si sa che tra i giovani piddini “civici” i concetti chiari ormai si sono alterati, e vediamo che lo è anche l’attenzione, visto che Juri Mambelli del PD aveva toccato “erroneamentente il voto”.
Comunque possiamo concludere e affermare che la Commissione Pari opportunità, non difende la donne, ma fa (troppa) politica e vi invitiamo tra l’altro a vedere chi c’è in questa commissione per capire da dove batte il vento ideologico su alcune proposte e per capire certi meccanismi.