Nell’arco delle prossime settimane prenderà il via l’inizio di una trasformazione architettonica che cambierà il cuore della città e potenzierà l’offerta dei Musei Civici: la nascita del nuovo Museo Archeologico.
A cinque anni di distanza dalla partecipazione al bando regionale con finanziamenti europei per progetti di qualificazione dei beni ambientali e culturali del territorio regionale (Asse 5 Por Fesr 2014-2020), si è conclusa oggi la fase progettuale, preludio all’imminente avvio dei lavori architettonici. Nello specifico si tratta del progetto integrato dei Comuni di Imola e Castel San Pietro Terme “Dal Sillaro al Senio: un bacino culturale da valorizzare per implementare l’offerta turistica del circondario imolese” finanziato dalla Regione Emilia Romagna nell’ambito dell’Asse 5 del Por Fesr Emilia Romagna 2014-2020 in attuazione dell’azione 6.7.1 “Interventi per la tutela, la valorizzazione e la messa in rete del patrimonio culturale, materiale e immateriale, nelle aree di rilevanza strategica tale da consolidare e promuovere processi di sviluppo”.
Il progetto è stato approvato con Delibera di Giunta Regionale n. 1737 del 24/10/2016. L’intero importo del progetto, comprese le fasi progettuali, è di € 1.540.000,00, di cui € 600.000,00 finanziati dalla Regione con il contributo europeo e € 940.000,00 finanziati dal Comune di Imola. Il progetto ha ottenuto una proroga, a causa del protrarsi dell’emergenza sanitaria da pandemia covid-19, e dovrà concludersi entro il 30/09/2022. A questi importi si aggiungono € 130.000,00 che la Fondazione Cassa di Risparmio di Imola ha messo a disposizione dei Musei Civici per importanti lavori di manutenzione conservativa sul patrimonio del nuovo Museo archeologico.
“L’obiettivo del progetto è il completamento e la qualificazione culturale dei Musei Civici di Imola con la realizzazione del nuovo Museo archeologico nel complesso conventuale di San Domenico. Nello specifico si vuole rendere fruibile il primo chiostro del convento, un gioiello rinascimentale che verrà recuperato architettonicamente, e musealizzare l’area dello scavo a vista, un’area archeologica che costituirà un elemento focale del nuovo museo” ha spiegato Claudia Pedrini, direttrice dei Musei civici di Imola.
Questa nuova sezione archeologica completerà le raccolte contenute nel complesso di San Domenico, che una volta terminato il suddetto intervento, si articoleranno nelle Collezioni d’Arte della Città, nel Museo Giuseppe Scarabelli e nel nuovo Museo archeologico.
Il lungo percorso che ha portato al progetto esecutivo approvato dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Bologna e dal Comune stesso ha visto la collaborazione di diversi soggetti durante le fasi istruttorie del progetto: il Comune di Imola – Musei Civici e ufficio Sviluppo Economico e Progetti Europei, Area Blu e la Fondazione Cassa di Risparmio di Imola. Il lavoro vero e proprio di progettazione, coordinato dall’arch. Andrea Dal Fiume di Area Blu, è stato affidato allo studio di architettura Zermani e Associati di Parma.
Per le esigenze del cantiere in questa prima fase, quella dei lavori architettonici e archeologici, che si sommano alle attuali restrizioni sanitarie, il Museo di San Domenico verrà chiuso al pubblico e tale resterà per oltre un anno. Il cantiere è stato affidato alla Cooperativa Cims vincitrice dell’appalto, che dovrà, restituire alle 32 colonne corinzie la loro funzione portante, demolendo le chiusure ottocentesche ancora esistenti nel chiostro e i pilastri di sostegno novecenteschi.
Oltre al chiostro il cantiere interesserà diversi ambienti del convento domenicano con l’obiettivo di realizzare la prima parte del percorso del nuovo Museo archeologico. Questo sarà accessibile dal primo piano del museo esistente, in continuità con il Museo Giuseppe Scarabelli e si svilupperà al secondo piano attraverso la cosiddetta mansarda e il granaio, per poi scendere al piano interrato con la zona dello scavo a vista. Gli interventi in questo caso interesseranno la ricostruzione di un solaio e la realizzazione di due scale di collegamento tra i piani. In totale, l’area di intervento dell’attuale cantiere si estenderà su una superficie di circa 420 mq. articolati nella cosiddetta mansarda e nel granaio, oltre agli 80 mq dello scavo a vista.
In anticipo sulla apertura del cantiere per i lavori architettonici è stato portato a termine dalla Soprintendenza, con la direzione scientifica della dott. Valentina Manzelli, lo scavo di un’area archeologica già in parte indagata una ventina di anni fa. L’intervento finalizzato alla verifica puntuale delle stratigrafie ed evidenze archeologiche interrate e all’avanzamento del progetto di fattibilità architettonico strutturale è stato determinante per il progetto in corso che prevede la musealizzazione dell’area di scavo.
Come illustra Valentina Manzelli, funzionario Archeologico Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio “l’intervento che sta per partire porterà all’allestimento definitivo e all’apertura al pubblico dell’area dello scavo a vista. Qui sarà possibile ammirare tre ambienti pavimentati a mosaico relativi ad una ricca domus romana risalente al I secolo a.C. e i resti di una officina quattrocentesca, destinata alla fusione delle campane della chiesa di San Nicolò e Domenico. Il pubblico potrà visitare l’area percorrendo passerelle sopraelevate e accompagnato da un video multimediale che racconterà gli oltre 2.000 anni di storia che si sono svolti in questo luogo”. Nel corso dello scavo della suddetta area archeologica sono emersi reperti che bene illustrano le fasi di vita della domus, abitata sino al V secolo d.C., periodo in cui gli ambienti sono modificati e in parte abbandonati. Tra l’VIII e il XII secolo d.C. della domus non c’è più traccia, tutte le strutture sono demolite, il terreno è coltivato e usato per il ricovero degli animali. Tra i reperti più significativi si segnala il ritrovamento di un rasoio con manico in bronzo a testa di pantera e lama in ferro usato per la rasatura maschile, pratica in uso fino alla prima età imperiale e una piccola statuetta di Lare, raffigurato come un giovane danzante con ghirlanda e cornucopia, a simboleggiare abbondanza e protezione della casa e dei suoi abitanti.