Oggi i sindaci dei 10 Comuni del Circondario Imolese, in un comunicato unitario, dopo che “se la sono cantata da soli”, sull’effeto delle misure restrittive adottate con il passaggio prima in zona arancione “rafforzata” poi in zona rossa, visto che il numero dei casi attivi scende, hanno scritto che:
“Sulla base di questa situazione, come sindaci il nostro impegno, insieme all’Ausl di Imola, è quello di rafforzare e accelerare, in sintonia con la Regione e con il Governo, il piano vaccinale, che rimane l’unica vera misura di prevenzione, organizzando in maniera efficiente le vaccinazioni in tutti i Comuni. L’ampliamento della platea delle persone vaccinate ci consente anche di ragionare sulla possibilità di aprire attività economiche per coloro che sono stati vaccinati, secondo il concetto del “passaporto vaccinale” che potrebbe esser applicato anche nel nostro territorio”.
Sembra che i sindaci (del PD) e del Circondario non abbiano sentito quello che proprio ieri l’OMS ha dichiarato, sul fatto che ci sono troppo pochi dati e prove su quanto i vaccini proteggano da una nuova re-infenzione da Coronavirus per raccomandare a livello globale un certificato di vaccinazione al solo scopo di favorire la mobilità internazionale. “Attualmente non ci sono le condizioni”, aveva sottolineato Katherine O’Brien, Direttrice del Dipartimento d’Immunizzazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), rispondendo ieri alle domande degli Eurodeputati in audizione al Parlamento Europeo, dove ha evidenziato che al momento la gran parte delle dosi viene ancora somministrata solo a soggetti “vulnerabili” e quindi si rischierebbero delle discriminazioni, se l’obiettivo del certificato fosse solo quello di favorire i viaggi. Adesso pensate sul territorio, se questa idea “fenomenale” dei Sindaci del Circondario di aprire le attività economiche solo per coloro che sono stati vaccinati, non porterebbe a delle discriminazioni?