Oggi, con un comunicato, i sindacati fanno sapere che “stiamo assistendo a diverse criticità organizzative che rallentano la somministrazione del vaccino” e ricordano che nei giorni scorsi la Regione Emilia-Romagna aveva garantito a tutto il personale scolastico che dal 22 febbraio sarebbe stato possibile contattare il proprio medico di base per prenotare la somministrazione del vaccino.
I sindacati insistono: “Ora non si perda altro tempo. Queste settimane devono servire per imprimere una accelerazione al piano vaccinale rivolto al personale dei settori della conoscenza, rafforzando e supportando la modalità organizzativa della somministrazione, per ora affidata ai soli medici di medicina generale. Occorre altresì prevedere e garantire che tutto il personale over 65, i lavoratori “fragili”, tutti coloro che a vario titolo operano all’interno delle scuole rientrino, fin da subito, senza distinzione nel piano vaccinale programmato dalla Regione. Nessuno deve restare escluso”. Neanche chi vorrà rifiutare di fare da cavia?
C’è da chiedersi cosa succederà se, alla riapertura delle scuole, qualche professore che verrà vaccinato o i docenti di nidi e materne che a scuola forse (zona rossa permettendo) continueranno ad andare e saranno sottoposti a vaccino nei prossimi giorni, dovessero assentarsi a causa di effetti collaterali come è successo in questi giorni a Napoli.