Da quando c’è il virus, dalla primavera scorsa, all’interno di alcuni locali di Imola tutti hanno notato la presenza di numerosi clienti, anche quando era d’obbligo non essere in più di due o tre persone davanti al bancone. E si notano spesso ancora oggi svariate persone ferme davanti alle casse e spesso senza mascherina. Segno di scarso senso civico dei clienti ma anche da parte di alcuni gestori che non fanno rispettare le norme. Quindi vogliamo chiedere e sapere da chi di dovere che tipo di controlli vengono fatti nell’urbe, quanti e a chi. E come mai in alcuni locali vengono misurate le distanze tra un tavolo e l’altro perché ci sia il giusto distanziamento, mentre in altri si vede gente praticamente ammucchiata, anche dopo aver bevuto il caffè, ancora lì presenti a chiacchierare, magari con la mascherina abbassata?
Vorremmo anche sapere cosa dovrebbe fare e come si dovrebbe comportare un giornalista o un cittadino che venisse a conoscenza di accertati casi di positività tra chi lavora all’interno di qualche locale.
Chi abbia un po’ di mente e soprattutto di buon senso, cioè mente più cuore, capirà il senso e il motivo della formulazione di queste domande: in un paese dove la libertà di stampa è tra gli ultimi posti e la deontologia spesso è l’ultima preoccupazione, davanti al pericolo di querele temerarie e intimidatore, a nostro parere ci resta comunque sempre l’obbligo morale di cercare e di segnalare eventuali problemi, soprattutto in un un momento di emergenza pandemica.