È da questa affermazione che come CGIL CISL UIL, confederali di categoria e pensionati, partiamo per analizzare le molte sollecitazione che ci sono giunte dai cittadini, dai parenti degli ospiti e dai lavoratori.
Abbiamo letto e sentito molto in merito, soprattutto sulla situazione in atto presso la CRA di Via Venturini. Spesso con inesattezze e affermazioni corrispondenti solo in parte alla reale situazione.
Su Via Venturini da tempo abbiamo chiesto informazioni e sollecitata attenzione, che ora si è tramutata nell’opportuno comitato di crisi anche da noi voluto. Stiamo monitorando la situazione e prontamente incalzando le amministrazioni affinché facciano il massimo per far rientrare la situazione emergenziale.
Sicuramente in Via Venturini quel che mancava era l’aggiornamento costante e puntuale ai familiari, data anche dall’impossibilità, per loro, di accedere alla struttura per esigenze di sicurezza.
Il problema crediamo sia stato brillantemente risolto con l’Unità di crisi e dalla presa in carico del problema da parte del dr. Minardi che ha attivato una linea telefonica dedicata.
Nel primo incontro con l’Unità di crisi abbiamo chiesto di mettere in atto sulla Cra di Via Venturini un’organizzazione che preveda la separazione degli ospiti infetti da quelli non infetti e nella videocall di questa mattina è stata confermata questa misura.
Abbiamo chiesto nuovamente all’Ausl di farsi carico del reperimento del personale OSS ed infermieristico, nella consapevolezza che solo un numero di personale adeguato permette la separazione fra il personale che opera nei nuclei covid rispetto ai no covid.
Abbiamo inoltre richiesto la verifica dei percorsi seguiti dal personale in merito agli ingressi ed all’utilizzo degli spogliatoi. Solo così, separando percorsi e spazi covid e no covid, può essere garantita la sicurezza per ospiti e lavoratori e il contenimento del contagio.
Si deve fare assoluta attenzione nell’indicare eventuali cause dell’ingresso in struttura del virus per non far passare come untore chi ogni giorno lavora per il bene comune.
In merito alla mancanza di Dpi, anche questo è parzialmente vero. Sono mancati in maniera rilevante nella fase iniziale, ovvero nel corso della prima ondata a causa di approvvigionamenti mancanti e difficoltosi su tutto il territorio nazionale. Non ci risulta siano mancati da marzo 2020 a tutt’oggi.
Come Organizzazioni sindacali abbiamo chiesto più volte all’Ufficio di Piano del Circondario Imolese, Ente preposto al coordinamento del welfare nel territorio, di fornirci la situazione puntuale delle strutture residenziali per anziani. Purtroppo ad oggi questa fotografia dell’esistente ci viene consegnata solamente dalla città metropolitana, dopo nostra sollecitazione.
Questa seconda ondata ha colpito diverse strutture del nostro territorio, pubbliche e private, a partire dal primo caso della Cra di Borgo Tossignano che rispetto alla quale il periodo di maggior crisi pare essere superato ma dove è necessario mantenere uno stretto monitoraggio per evitare ricadute e mantenere elevati standard di assistenza.
Analoga attenzione abbiamo richiesto venga messa in campo per casa Alzheimer, attualmente in fase stazionaria, ma con il grosso rischio che possa fare accendere un ulteriore focolaio con l’aggravante della particolare fragilità degli eventuali ospiti con difficoltà di comunicazione.
Per le organizzazioni sindacali l’interesse prioritario da perseguire è la soluzione dei problemi collegati al covid che si sono verificati nelle strutture del territorio. Questo ci permetterà di essere più pronti e più attenti ad una eventuale gestione di una terza fase pandemica.
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