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Chi spiega al consigliere Samachini che il comunismo e il fascismo, sono due facce della stessa medaglia?

Giovedì, 26 novembre 2020, al Consiglio Comunale a Imola, il consigliere comunista Filippo Samachini del gruppo “Imola Coraggiosa”, nella sua comunicazione, mentre in città crescono i contagi di COVID, ha voluto ricordare che 100 anni fa nella città, più precisamente il 28-29 novembre 1920, si tenne al Teatro Comunale di Imola il convegno della “Frazione Comunista” del PSI. Il consigliere in questione ha ricevuto da parte del neo sindaco Marco Panieri la delega “ai progetti di recupero e valorizzazione di eventi e luoghi della storia della Città di Imola”. Da buon comunista “orgogliosamente” seduto sugli scranni del Consiglio comunale, ovviamente non poteva non portare acqua al suo mulino ideologico, ad un’ideologia responsabile di milioni di morti in tutto il mondo, come giustamente ha ricordato un altro giovane consigliere d’opposizione, Riccardo Sangiorgi (Lega).

Dalla comunicazione di Samachini si capisce, come detto anche da lui stesso, che era “il suo piacere” ricordare questo momento perché in quel convegno, secondo lui, si posero “le base per la nascita del Partito Comunista D’Italia, che poi divenne PCI e che fu un partito fondamentale nella lotta antifascista e fondamentale per la storia democratica per questo paese”. Il consigliere ricorda tra le figure partecipanti gli imolesi Antonio Graziadei e Anselmo Marabini, Umberto Terracini “incarcerato dal fascismo” e Antonio Gramsci “che tutti noi conosciamo”, addirittura quest’ultimo viene paragonato a Dante, il personaggio italiano più studiato nel mondo intero…

Ma non basta elencare questi nomi, bisogna sapere anche qualcosa su di loro, per esempio Umberto Terracini, di origine ebraica, prima di essere stato condannato dai fascisti fu quello che nel 1939 criticò aspramente e coraggiosamente il Patto Molotov-Ribbentrop, un patto che fu un disastro per milioni di persone della Polonia, Paesi Baltici e Romania. La critica di Terracini ne provocò l’espulsione dal partito democratico (pardon, comunista), e il formale divieto, imposto ai suoi compagni di confino, di rivolgergli la parola. Questo fu per lui motivo di tremenda amarezza. Fu riammesso nel partito nel 1943, mentre era profugo in Svizzera, senza che la vicenda fosse resa pubblica. (Indro Montanelli, I protagonisti, Rizzoli Editori, Milano 1976, p.54.) Sempre Teraccini fu quello che in reazione al rapporto di Chruščëv sui crimini di Stalin esortò i compagni di partito a non accontentarsi di condannare gli “errori” (così li definiva Togliatti) del regime sovietico, bensì ad avere l’onestà di fare insieme una dura autocritica su come i comunisti di tutto il mondo si fossero trincerati dietro il loro “desiderio di non sapere” di questi crimini, crimini al pari di quelli fascisti. Vogliamo vedere se Samachini un domani vorrà recuperare e valorizzare come luogo della storia della Città anche il luogo dell’eccidio di via Aldrovandi, o per lui c’è una distinzione tra le varie vittime?

Per quanto riguarda l’albanese Antonio Gramsci influenzato dal pensiero dalla coppia di fatto Marx-Engels (Marx il figlio di un rabbino, che non mise mai piede nella fabbrica di suo padre, mantenuto dal suo compagno, Engels), influenzato da Lenin che coniò l’espressione “utile idiota” (tipo Gramsci) per descrivere quei giornalisti e viaggiatori occidentali che sostenevano l’Unione Sovietica e le sue politiche in Occidente, nelle sua “lettera dal carcere” scriveva “Finché i lavoratori avranno un’anima cristiana, non risponderanno alle chiamate rivoluzionarie”.

Infatti, Lenin proprio questo fece nella nascente URSS, il mostro riconosciuto per primo da Mussolini. Nel dicembre 1917 emanò il decreto “sull’abolizione del matrimonio” e il decreto “sul matrimonio civile, i figli e la modifica degli atti di stato civile”. Secondo questi decreti, l'”unione sessuale” (sostituiva l'”unione matrimoniale”) poteva terminare rapidamente e dissolversi altrettanto facilmente. Oltre all’abolizione della “tirannia matrimoniale”, anche l’aborto, le relazioni omosessuali, l’amore di gruppo libero e altre pratiche sessuali estreme vennero depenalizzate e promosse. Nel 1918, una parata di lesbiche sfila a San Pietroburgo, nel primo anniversario del decreto “sull’abolizione del matrimonio”. Trotsky annota nelle sue memorie che Lenin a questa notizia affermò con soddisfazione: “Continuate così, compagni!” Su alcuni cartelli si poteva leggere: “Abbasso la vergogna!”. All’inizio degli anni ’20 ci fu un aumento delle nascite di figli fuori dal matrimonio: nel 1923, ad esempio, almeno la metà dei bambini nati a Mosca nasceva fuori dal matrimonio e nelle grandi città le coppie (una forma di unione civile) costituivano la maggioranza. Non vi sembra un film già visto…

Per tornare alla comunicazioni di Samachini, quello che vi consigliamo è di fare attenzione a quello che vi viene servito come “progetti di recupero e valorizzazione di eventi e luoghi della storia della Città di Imola” e di cercare di immaginare che cosa sarebbe diventata l’Italia se con l’aiuto dei partigiani si fosse trasformata in un Soviet (Repubblica Sovietica). Chi non ha vissuto gli orrori del comunismo non può capire lo schifo che ha portato questa ideologia e, se vuoi combattere un’ideologia perversa con un’altra ideologia perversa, di sicuro la storia ha dimostrato che non ha portato niente di buono. Il Comunismo e il Fascismo sono due facce della stessa medaglia totalitaria: e chi meglio sa queste cose se non quelli che hanno subito gli effetti di questi due regimi?