L’altro ieri, il 17 novembre 2020, abbiamo notato il post sulla pagina facebook dell’Ausl di Imola, dove l’addetto stampa ha scritto “La giornata di oggi è purtroppo funestata da molti decessi: due cittadine imolesi di 80 anni e 90 anni (una delle quali ospite della CRA F. Baroncini) ed una donna di Casalfiumanese di 80 anni, sono decedute al reparto Covid di Imola, mentre una donna di 41 anni residente e ricoverata a Bologna, ma refertata ad Imola”.
Chi legge un post del genere, se è facilmente impressionabile, rimane sconvolto da questi decessi ma, con tutto il rispetto per le famiglie di queste persone, i numeri dei decessi non ci sembrano indicare una “giornata funestata da molti decessi” Chi meglio di coloro che si occupano dei servizi funebri capisce che questo post su facebook è fuori luogo? Anzi, se vogliamo dire la verità, per quanto riguarda Imola e il suo circondario, i numeri dei morti di quest’anno rispetto all’anno scorso sono più o meno gli stessi.
Sul sito di Area Blu c’è la sezione “Servizi Cimiteriali del Comune di Imola” da dove si evince il numero delle salme che vengono portate via giornalmente dalla Camera Mortuaria, questa è un’area riservata alle Imprese funebri. Per questo abbiamo chiesto ad un’impresa di questo tipo di mostrarci il conteggio dei morti dell’anno 2019 e quello di quest’anno fino alla data del 19 novembre 2020. Un altro modo per sapere i numeri dei morti è semplicemente chiedere all’anagrafe quanti certificati di decesso sono stati rilasciati, ma poiché in questo caso è necessario mandare un email all’addetto stampa del Comune, email che viene passata all’assessore che si occupa dei servizi al cittadino e comunicazione (in questo caso Elena Penazzi), abbiamo deciso di considerare i dati che sono stati inseriti nella sezione “Servizi Cimiteriali del Comune di Imola”.
Dal conteggio dei dati dal sito di Area Blu risulta che dalla Camera mortuaria fino al 19 novembre 2020 sono partite 922 salme, l’anno scorso con il mese di novembre al completo ne sono partite 982. In questo momento risulta che nel mese di novembre sono partite 61 salme. L’anno scorso nel mese di novembre erano partite 92 salme. Se guardate i numeri mese per mese, vedrete che i “pesi anatomici”, come vengono chiamati i nostri cari da certi addetti al lavoro, sono di meno, con l’eccezione di maggio 2020 quando erano più 9 salme. In tutti gli altri mesi, anche quelli più caldi quando si muore di più, sono di meno. Per quanto riguarda il 17 novembre dell’anno scorso, il numero di partenze dalla Camera Mortuaria sono state 4, nel giorno 18 sono state 5, quindi noi non vediamo tutta questa situazione funesta, ma una normalità che fa parte dal ciclo della vita e della morte. È facile drammatizzare le cose, ma per il bene e la salute mentale di tutti è meglio avere un certo ritegno nel modo di presentare i dati. Possiamo dire che quest’anno la stampa in generale ha dato il peggio di se stessa, non badando all’impatto che possono avere le parole e i dati presentati, spesso senza una ricerca approfondita, sulla vita delle persone e sull’economia del paese.