Il Governo giallo rosso è inadempiente e ha delle grandi negligenze che sta scaricando essenzialmente sui pubblici esercizi. I dati scientifici non supportano le restrizioni che stanno legiferando nei confronti dei locali. I dati forniti dall’Istituto superiore di Sanità ci dicono che solo il 4% dei contagi avviene in ambito ricreativo e distensivo. Oltretutto gli orari rigidi creano contemporaneamente un deflusso non graduale e lo scarico in strada di tutti i clienti. Per questo ritengo che questo ennesimo Dpcm sia un provvedimento sbagliato non solo nel merito, ma anche nella cultura che implica, ovvero che siano i locali i veri responsabili di questa situazione. Colpire i pubblici esercizi è la via più facile, si vuole fare passare come untori e capri espiatori, perchè le immagini della movida sono virali e hanno un impatto mediatico maggiore che lascia il segno. Queste sono chiusure e limitazioni striscianti messe in atto dal Governo che non incidono nella limitazione pandemica. Normative che colpiscono un settore molto attivo nel controllo e nella prevenzione del virus. Gli esercenti a livello locale si sono impegnati molto su questo versante. Per questo credo che, in virt?? delle nuove disposizioni, non sia stato compreso quello che si stava già facendo nè gli sforzi fatti da chi quotidianamente continua a tirare su la serranda. E soprattutto non si può fare di ogni erba un fascio quando la situazione da noi è totalmente sotto controllo, ma si opera, causa queste continue disposizioni governative, come fossimo in un focolaio pandemico perenne. Crediamo che non vadano penalizzati quegli esercenti che da mesi stanno rispettando tutte le regole imposte dai protocolli. Non vanno poi sottovalutate le conseguenze della decisione di chiudere i locali alle 24. Così facendo, infatti, non si fa altro che lasciare i giovani in strada senza alcun controllo a meno che non arrivi anche il coprifuoco nazionale per uccidere economicamente e socialmente, in modo definitivo, il nostro Paese.
Simone Carapia
Consigliere lega Imola