Nell’intervista seguita ai fatti di cronaca della scorsa notte, il Dirigente del Commissariato della Polizia di Stato dichiara:“Sono tutte persone già note alle forze dell’ordine – commenta amareggiato Pascarella -.Molti li conosciamo già per altri episodi di cronaca, anche recenti (ad esempio l’aggressione ai danni di un ragazzo al parco delle Acque in estate, ndr). Sappiamo che alcuni di loro fannouso di sostanze stupefacenti, molti erano ubriachi ieri sera. Vengono da contesti familiari difficili, con famiglie assenti. Alcuni di loro, seppur giovanissimi, hanno già a carico denunce
per vari episodi di danneggiamenti, spaccio o violenza”.
Valori comuni esprime amarezza nel vedere una volante non riuscire a svolgere il proprio lavoro perché accerchiata da minori, e giovani uomini, che cercano di impedire il loro lavoro, al punto, di essere costretti a chiamare rinforzi laddove il colore di quella divisa dovrebbe comunicare quanto meno un ruolo intriso di rispetto che ad oggi ci appare scomparso.
Un fenomeno simile, costituito da un branco di una cinquantina di scalmanati che cerca di incendiare un auto può essere risolto da pochi operatori delle forze dell’ordine aggrediti ed insultati da questi? Un film già visto di recente in altri parti d’Italia ma una novità in questa imolese apparente “isola felice” .
La dignità degli uomini in divisa si sgretola giorno dopo giorno a causa dei diversi limiti delsistema penale attuale, peggiorato ulteriormente dalle ultime modifiche ai decreti sicurezza. Vogliamo essere protetti e tutelati senza rispettare chi ogni giorno lavora ore su strada, proteggendo le nostre famiglie e le nostre case? Dovremmo forse iniziare ad insegnare da bambini il rispetto dei ruoli istituzionali, un uomo in divisa è simbolo dello Stato tra noi, non è un nemico da combattere ma un custode dei nostri diritti giornalieri. Da queste parole si evince quanto sia importante cercare dei percorsi quanto più condivisi perfare in modo che fatti del genere non capitino più.
Sono giovani, giovanissimi, con un curriculum fatto già di reati e recidive, è forse opportuno fermarci a fare una riflessione più approfondita per trovare una soluzione che volga a
risolvere il problema. I giovani rei, consapevoli della pressoché certezza di impunità, continuano ad agire con condotte criminali, è qui che a nostro avviso bisognerebbe
intervenire, i minori attraverso di percorsi di recupero tesi a responsabilizzarli, i maggiorenni
rendendoli consapevoli, attraverso azioni “punitive” mirate, delle loro effettive responsabilità
civili e penali.
Cosa può fare l’amministrazione comunale nella persona del Sindaco per risolvere questo problema molto sentito dai cittadini? Vuole continuare a far finta che non esista il problema? Vuole tentare di recuperare le somme per i danni subiti ai beni comuni o preferisce che questi siano ripagati dai cittadini onesti? Il fenomeno potrebbe essere dilagante a causa del forte ascendente emulativo che questi soggetti potrebbero esercitare su altri nuovi giovanissimi.