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Il Comitato “Tutti a scuola”, che è nato con l’intenzione di promuovere il rientro a scuola di tutti gli studenti in presenza, ha rilevato come nel nostro territorio le scuole, che non hanno i locali che consentano gli spazi di sicurezza, abbiamo adottato tutte il modello 4+2, ovvero 4 giorni a scuola e 2 giorni in dad, mantenendo l’unione della classe e anche un’unione didattica sicuramente funzionale e uniforme.
Anche a detta dei docenti interpellati, il mantenimento della compattezza e della unione della classe è un principio didattico ed educativo fondamentale, perché permette un confronto fra i ragazzi, un scambio umano e culturale costante, la cosiddetta “educazione fra pari”, che è uno dei pilastri centrali della didattica.
In controtendenza con questa opzione si è posto solo il dirigente del polo liceale imolese che ha deciso di adottare il sistema 2 terzi in classe e 1 terzo a casa a rotazione in dad. Questa ci è sembrata una soluzione alquanto peggiorativa sia nella gestione didattica, sia, soprattutto a detta dei ragazzi, nel separare il gruppo classe.
Come comitato abbiamo richiesto un incontro in data 20 agosto, ma avendo ricevuto risposta negativa rimangono a noi ahimè ancora molte domande aperte. La nostra determinazione nel comunicare anche alla stampa ha portato comunque frutti e notiamo con piacere che a seguito delle nostre sollecitazioni il dirigente abbia deciso di incontrare nei prossimi giorni i rappresentanti dei genitori e degli studenti, molto probabilmente proprio perché ad oggi non erano mai state condivise le scelte fatte.
Consapevoli che ci sia un organo preposto a decidere nell’ambito scolastico, riteniamo, come comitato, che un conto sia scegliere quale parete tinteggiare, un conto sia pianificare la vita scolastica dei nostri figli in un momento del genere e che pertanto la modalità nell’affrontare il problema debba essere considerata con due pesi ben diversi indirizzandosi alla più larga concertazione possibile.
Non avendo quindi la possibilità di un confronto diretto e mossi dall’interesse superiore per i nostri figli, condividiamo i dubbi e le perplessità che speriamo di poter vedere risolti a breve.
Per quale motivo il polo liceale ha scelto questa strada in netta discontinuità con tutti gli Istituti del Circondario che o hanno trovato spazi alternativi o hanno adottato il 4+2? E’ stato indagato fino in fondo la possibilità di adottare degli spazi aggiuntivi? E’ stato redatto un report costi-benefici?
Per quale motivo, dal momento che anche l’ufficio scolastico regionale aveva dato indicazione di organizzarsi in autonomia già a giugno, visto che questa decisione sposta di molto la vita scolastica dei ragazzi e avendo deliberato una opzione unica nel suo genere in tutto il Circondario, il dirigente scolastico del polo liceale non ha ben pensato di condividere per tempo questa opzione con tutti gli organi competenti fino ad arrivare ai rappresentati delle varie classi? Almeno per raccogliere l’opinione di una buona parte dei componenti della comunità scolastica
Molte scuole, in tutta Italia, di fronte alla difficoltà di gestire la lezione in classe all’interno del proprio plesso, si sono attivate già dal mese di giugno 2020 nel territorio per reperire spazi più capienti, facendo un prezioso lavoro di rete, di collegamento, perchè il problema scuola è un problema dell’intera società e tutti se ne devono far carico.
E’ stato costituito un tavolo di lavoro territoriale per ragionare unitamente alle altre realtà facenti parte della comunità l’opportunità di verificare locali alternativi?
Per questo, come Comitato “Tutti a scuola”, siamo a richiedere la condivisione della mappatura dei locali di Imola concernente i bisogni degli istituti e le relative potenziali classi a disposizione.