È stata dura ma grazie all’Associazione Forum si è risolto il lungo contenzioso avviato da un cittadino Svizzero vittima dell’ormai famoso “pasticcio di Poste Italiane sull’importo da incassare per vecchi buoni fruttiferi postali ”. Una vicenda che coinvolge gli ormai famosi buoni delle serie O, P e Q emessi dalla seconda metà degli anni Ottanta e che grazie al ricorso presentato dall’Associazione Forum all’Arbitro Bancario di Roma si è felicemente risolto a favore del consumatore. “In questo caso – spiega il presidente di Forum Claudio Morini – la differenza l’ha fatta l’ammontare del rendimento per un buono di 30 anni da 1.000.000 di vecchie Lire che secondo Poste Italiane valeva circa 6.000,00 €. attuali mentre secondo i nostri calcoli per noi dovevano essere circa 13.000,00 €.”.
Si tratta di un buono che, in origine, era della serie Q/P, sul retro del quale era stata stampata una precisa tabella di rendimento dei tassi fino alla scadenza naturale del titolo. Tabella, successivamente modificata unilateralmente da Poste Italiane mediante l’apposizione di un poco leggibile timbro nel quale si prevedevano tassi di interesse più bassi. Dopo numerosi ed inutili tentativi dell’intestatario e dei suoi familiari di far valere gli accordi inizialmente sottoscritti con Poste Italiane, tramite l’Associazione Forum ha deciso d’avviare la procedura Arbitrale per la definizione del contenzioso. Una procedura necessaria ad evitare che il titolo scadesse per i lunghi tempi ormai trascorsi e per le assurde motivazioni fornite dagli uffici di Poste Italiane per negare la corretta liquidazione di questo titolo. “ Non è stato semplice gestire questa vicenda da uno Stato Estero – spiega l’intestatario del titolo – ma con l’aiuto di mia figlia e dell’Associazione Forum, abbiamo felicemente risolto il problema. Infatti, dopo alcuni mesi, l’Associazione ci ha informato che l’Arbitro Bancario ci aveva dato ragione e che Poste Italiane avrebbe dovuto inviare un assegno per la differenza che non voleva liquidare. Un assegno che è puntualmente arrivato e che, nonostante tutto, al momento dell’incasso, mi ha dato la soddisfazione d’aver intrapreso una giusta battaglia per difendere un mio sacrosanto diritto”.
“ E’ stato proprio il caos generato da questo strano timbro apposto unilateralmente da Poste Italiane sul retro del titolo a generare il contenzioso fra l’incomprensibile posizione di Poste Italiane ed il consumatore – spiega Morini – ma l’Arbitro Bancario, citando le ultime sentenze della Corte di Cassazione, ha ufficialmente chiarito che l’intermediario non ha diligentemente applicato le intervenute determine Ministeriali sul nel testo cartolare ingenerando nel sottoscrittore la convinzione che i rendimenti originali non sarebbero mutati”. Quindi, anche grazie alle puntuali precisazioni dell’Associazione Forum, Poste Italiane che al momento della sottoscrizione originaria del titolo si era assunta l’obbligo di rimborsare una determinata somma alla scadenza, è stata costretta dalla sentenza dell’Arbitro Bancario di Roma, a pagare al consumatore quanto riportato nella stampa originale del titolo dandogli finalmente la soddisfazione agoniata.
“Questo tipo di ricorso – conclude Morini – non è così scontato che venga accettato dall’Arbitro Bancario finanziario, tuttavia, sapendo che nelle case degli italiani ci sono ancora molti buoni postali sere P/Q con questo strano timbro sul retro, grazie a questa sentenza i consumatori avranno buone possibilità d’incassare la somma originariamente concordata e non quella decisamente inferiore che Poste Italiane vorrebbe pagare alla scadenza”. In ogni caso, se ci fossero difficoltà da parte dei consumatori interessati, i nostri uffici saranno a loro disposizione per le valutazioni e gli interventi del caso ilmercoledì previa appuntamento dalle 9,30 alle 12,00 e dalle 15,00 alle 17,00 in via Degli Artisti n° 3 a Castel San Pietroterme – tel 051 948390 oppure via mail a: info@associazioneforum.it
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