di Aris Alpi
Se n’è andato in silenzio Onorio Zavagli, verace imolese di 66 anni. Un amico vero e leale. Da tempo in pensione, poichè aveva iniziato a lavorare a tredici anni. Aveva avuto una vita molto dura e caratterizzata da non pochi sacrifici. Aveva lasciato la scuola ad appena undici anni per iniziare a lavorare nell’edilizia. Nonostante questo, era una persona colta e dotata di un’intelligenza finissima. Molto conosciuto al bar Macchiavelli, che frequentava assiduamente. Era la sua seconda casa. Nel tempo libero organizzava braciolata nel giardino di casa dove invitata tutti gli amici. Le sue passioni erano la politica e il bar.
Nel 2013, aderì con entusiasmo al progetto di Imola Migliore, la lista civica che raccolse il 10% dei voti alle amministrative.
In città era conosciuto anche per il suo impegno in favore dei residenti dell’autodromo Enzo e Dino Ferrari. Era vicepresidente del Comitato Autodromo e impegnato su tutti i fronti che riguardavano la città. Di lui conservo il ricordo della bella serata al cinema Pedagna lo scorso maggio, per la proiezione di Imola Isola Felice, il documentario che riguardava anche la vicenda dell’eccessivo rumore in prossimità dell’autodromo. 
Fino al 2012, guardavo con scetticismo il problema dell’inquinamento acustico all’Enzo e Dino Ferrari. Poi, conobbi Zavagli, e dopo un pellegrinaggio a casa sua, dalle parti della Piratella, uscii tramortito, con un opinione completamente diversa su quel problema ritenuto poco importante da una consistente parte della cittadinanza. Ma che invece andava affrontato con urgenza per via dei rischi che si correvano per la salute.
Onorio mi fece vedere come ci si riduceva a vivere in quella casa. Era una cascina di campagna, costruita prima dell’avvento del circuito. In quel luogo era impossibile leggere, concentrarsi, rilassarsi e addirittura parlare. Ogni qual volta che un auto transitava lungo la discesa delle Acque, i muri ed i vetri di casa tremavano a tal punto da far sembrare che ci fosse un terremoto in corso. Raccontava sempre di quando convinse l’ex Direttore dell’Autodromo a recarsi a casa sua. Restò un giorno intero. Uscendo profondamente scosso.
Il leale impegno per la città da parte di Onorio, ma sopratutto la sua simpatia e profonda correttezza, andrebbe ricordato in futuro grazie a qualche iniziativa sociale.
        
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