A pochi mesi dall’uscita del suo primo album musicale abbiamo incontrato Benedetto Pascucci, in arte Bencoeur, il giovane artista che ha visto nascere il suo talento proprio a Imola
“Ti fai chiamare Bencoeur, come nasce il tuo nome d’arte?
“Ho scelto un nome d’arte che mi rispecchiasse: Bencoeur infatti è un termine inventato composto dall’abbreviazione del mio nome, Benedetto, e dalla parola francese “coeur”. Il significato finale che si ottiene è quindi “Il cuore di Ben”.
Com’è nata la tua passione per la musica?
“Mi sono appassionato alla musica spontaneamente da quando mio babbo a 8 anni mi regalò la mia prima tastiera. Suonavo sempre e, allora come adesso, la musica era lo strumento preferito per far parlare le mie emozioni. I primi anni di rapporto con la tastiera sono stati un vero e proprio laboratorio sonoro. E’ un’esperienza lungimirante che consiglio a tutti i ragazzi che abbiano voglia di scoprire le profondità di sé stessi usando la musica come strada.”
Come si intreccia Imola con la tua musica?
“Sono nato a Bologna 18 anni fa ma mi sono trasferito a Imola da piccolo dove ho frequentato le scuole elementari Rubri e le medie S Zennaro. Poi dalle superiori mi sono spostato prima a Faenza e poi a Bologna seguendo un’altra mia passione che è il design. Sicuramente Imola è stato un contesto motivante per me: la scuola e gli amici sono stati il mio primo pubblico. Mi ricordo il prof delle medie Francesco Costa, quanto mi ha valorizzato! Mi proponeva infatti di suonare davanti ai miei compagni e alla festa della scuola e questo per me è stato importante tanto che a 14 anni ho scritto la melodia e il testo della mia prima canzone.
Quando frequentavo le medie non vedevo l’ora di tornare a casa per suonare, addirittura mi racconta mia mamma che entravo in casa senza salutare e a passi lunghi mi ritiravo a tu-per-tu con la tastiera in camera mia. Poi uscivo e mi mettevo a tavola! Certo ora mi fa sorridere ricordare queste cose, soprattutto perché mia mamma voleva ch’io andassi a scuola di musica e io mi son sempre rifiutato. Ora suono come autodidatta anche se negli ultimi tempi ho deciso di prendere lezioni di canto. “
A fine maggio 2018 è arrivato il tuo primo album….
“Dopo due anni di impegno, a maggio 2018 ho pubblicato il mio primo album che si chiama “Fourever”. E’ un percorso di quattro canzoni più una che racconta le emozioni della mia età e il passaggio dall’idealizzazione alla realtà, passando per il dolore.
Ho lavorato duro per realizzarlo: oltre a cantare ho composto i testi e la melodia e ho coinvolto vari musicisti per fare gli arrangiamenti. Mi sono guadagnato i soldi per pagare chi ha collaborato con me, per la sala di registrazione a Villa Mazzacorati e per far incidere le prime copie. Inoltre, visto che rientra anche questo tra le mie competenze, ho curato l’artwork della copertina, delle lyrics e dei vari profili sui social.”
Suoni anche live? Hai un tuo pubblico?
“Per adesso il mio pubblico sono gli amici e ho un piccolo seguito su Instagram. Da circa un anno mi esibisco in alcuni locali di Bologna e quest’estate mi sono divertito a fare un piccolo concerto per i ragazzi che erano in vacanza con me in un villaggio in Puglia.”
A 18 anni hai già fatto un album completamente da solo.. qual è il tuo segreto?
“Credo nella forza dei sogni e sono pienamente convinto che impegnandosi e lavorando sodo sulle cose si possano conquistare i propri desideri. Ciascuno di noi ha poi la propria e unica modalità per raggiungerli, io ad esempio mi sono fidato di me stesso e questo primo album è il risultato di tutte le azioni concrete che ho messo in campo con impegno e determinazione. Vorrei che la mia musica potesse arrivare a tutti e vorrei che potesse essere uno spunto per scoprire nuove prospettive”
Sei molto giovane, cosa vedi nel tuo futuro?
“Penso che si possa sempre migliorare continuando ad esercitarmi e a studiare. Nel futuro a breve termine sto pensando di realizzare un album solo di composizione melodica, più avanti invece un altro sempre di canzoni, alcune delle quali le ho già scritte e sono quasi pronte per essere arrangiate.”
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