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Riceviamo e pubblichiamo
Il Comitato Vediamoci Chiaro ha letto con estremo interesse l’articolo di Fulvio Andalò.
Proprio il Sabato Sera, definito più volte nelle pubbliche piazze la “Pravda Imolese” parla di informazione trasparente? Ovviamente non solo l’ironia viene facile ma pure le argomentazioni a supporto.
Siamo davanti al Festival dell’opacità eppure, proprio il Comitato Vediamoci Chiaro, viene in quest’articolo non tanto velatamente accusato di dare informazione non corretta.
Accettiamo la sfida: siamo pronti a un dibattito pubblico sulla discarica, organizzato dal Sabato Sera, sul tema. Siamo pronti a invitare i nostri tecnici e chi ci ha sempre supportato in questi anni, portando VERA INFORMAZIONE.
Cosa che continueremo a fare. Professori universitari, tecnici, centri di ricerca italiani come l’Istituto di Fisiologia Clinica del CNR di Pisa, Enti: siamo pronti finalmente, senza Sindaci che se ne vanno, senza ostruzionismi vari, a spiegare in questa campagna elettorale, cosa significa la Discarica Tre Monti, leggere e spiegare dati ufficiali e siamo punto pronti al confronto.
Egregio Andalò, la preghiamo di non addentrasi in temi tecnici come i pozzi spia o l’inquinamento sulle altre matrici andando a conclusioni non solo affettate ed errate, ma tecnicamente, giornalisticamente ed eticamente di livello basso. Meglio o copiare bene o farsi suggerire meglio.
Per esempio al riguardo dei 6 pozzi spia, come riportato nel SINADOC 2089/2015 di ARPAE, questi sono stati realizzati dal gestore, a partire dal 2010, nell’intorno delle vasche di stoccaggio del percolato denominate V1 e V2, quali presidi di monitoraggio della tenuta idraulica delle due vasche.
Le acque captate e analizzate in detti pozzi (il 12 e 17/10/2015) hanno evidenziato contaminazioni significative. Come sostiene il Direttore Andalò, il sistema di allerta ha funzionato bene. Anzi benissimo. Infatti, ha portato alla Diffida della Città Metropolitana del 09/11/2015 nei confronti di Herambiente ed alla installazione di una serie di piezometri attorno a tutte e quattro le vasche ed anche all’esterno della discarica, in prossimità del sottostante Rio Rondinella. Bene, dal momento della loro installazione e fino all’ultimo report trasmesso da ARPAE (Sinadoc n. 12114/2017 – pubblicato il 03/04/2018) le analisi condotte sulle acque prelevate (in data 25/11/2015, 18/01/2016, 15/02/2016, 14/03/2016, 03/08/2016, 08/11/2016, 18/04/2017) hanno sempre evidenziato superi dei limiti normativi relativi alle concentrazioni soglia di contaminazione e, come sottolinea ARPAE, “non è possibile definire, per nessun parametro, alcun trend di crescita o decrescita”. Perciò la contaminazione è persistente non solo all’interno del perimetro della discarica, ma anche all’esterno della stessa e a confutazione di quanto scrive il Direttore Andalò, gli inquinanti sono fuoriusciti dalla discarica ed interessano anche l’ambiente limitrofo.
L’Emilia-Romagna poi a livello di COMUNICAZIONE è sempre tra le prime Italiane. Ma ad applicare le ricerche invece…Vogliamo parlarne? Come la ricerca sull’impatto sanitario scritta bene e poi applicata anzi non applicata sulla Tremonti in modo predittivo? Vogliamo allora parlare dei dati di mortalità dell’Atlante regionale? Non pervenuti e nemmeno correlati nello studio?
Il Comitato Vediamoci Chiaro, a differenza di certi “giornali” non COMUNICA ma INFORMA con dati, perizie giurate in tribunale e a quanto pare pure il Tribunale Amministrativo Regionale ha avuto varie “cosucce” da dire…E adesso, in Consiglio di Stato ci attende una ennesima “dimostrazione di EVIDENZE”…Non siamo sicuri di vincere ma una cosa è certa: non lo facciamo per avere la meglio ma per TUTELARE LA SALUTE delle persone, anche la Sua egregio Andalò, e l’ambiente.
Infine, nella maniera antica ma sempre di moda del dire che se la discarica chiude ci saranno aumenti di tariffa e costi, e pure licenziamenti, denota il modello di miopia tecnica, scientifica ed etica in cui Imola s‘è ridotta. I cittadini di Imola non sono stupidi e sono pronti a lavorare per un comportamento diverso e per ricordare a Lei come a tanti altri che la discarica NON serve per i rifiuti urbani ma per i rifiuti speciali almeno per il 98% (ARPAE, 2016 – Esiti dell’attività di controllo e monitoraggio 2015). E fare una raccolta spinta porta a porta aumenta i costi della raccolta ma alla fine sviluppa le economie virtuose dell’avvio al recupero e riciclaggio. Questo porterà ad una riduzione della TARI e ad un aumento dei posti di lavoro, come avvenuto in centinaia di comuni italiani, più evoluti e meno faziosi. Siamo pronti a fornire dati, evidenze e testimonianze di amministratori pubblici e privati.
Egregio Andalò, ci auguriamo voglia accettare, non una sfida, ma un’azione civile, tecnica, trasparente, scientifica di DISPUTATIO.