Questo e’ l’esempio lampante della sensibilità di chi ha governato Imola nei confronti delle piccole attività produttive. Nonostante abbiano inviato lettere e richiesto incontri dal 2016, per evidenziare che il canone per l’occupazione del suolo pubblico era troppo alto e non idoneo alle condizioni di mercato attuali, per un settore in crisi, se ne sono infischiati e hanno badato unicamente a “strozzare” le attività di rivendita sul territorio e non solo. In più da quando e’ subentrata Area blu, nella riscossione della tassa, hanno modificato le condizioni di pagamento e accorciato i dilazionamenti mettendo ancora di più all’angolo le imprese.Ci sono attività di rivendita di giornale che di cosap pagano più di 6 mila euro ( da quest’anno hanno aggiunto tassa su tassa, applicando l’IVA che il rivenditore deve anticipare ma recupera dopo 1anno…e in queste condizioni non e’ facile andare avanti )se poi aggiungiamo i costi per mettersi in regola che sono 4-5 mila euro annui con un settore in profonda crisi …cosa danno ai figli da mangiare? Dei giornali? Ci sono edicole a Bologna in zone trafficate, a parità di metratura, che spendono la metà delle nostre in cosap…i piddini nostrani e i loro sodali cosa pensano di dare concessioni in Piazza San Marco a Venezia ? Questa e’ l’ennesima dimostrazione di come il Pd e il centrosinistra abbia fatto orecchie da mercante a queste richieste , anzi in modo arrogante e poco edificante da Palazzo non hanno nemmeno risposto alle missive degli operatori del settore.Se nel Circondario Imolese e specialmente a Imola le imprese chiudono più che da altre parti si può ben capire il perché. Per fortuna a Giugno andranno a casa e sicuramente da parte nostra ci sarà un occhio di riguardo e rispetto per chi tutte le mattine deve alzare una serranda …rischiando quotidianamente di suo.
Simone Carapia
Capogruppo Lega Circondario Imolese