Riceviamo e pubblichiamo
Continue criticità nel settore delle pompe funebri a Imola, dove pare che ci sia un’impresa funebre, che fa esattamente tutto quello che gli pare in camera mortuaria.
Gli addetti di questa impresa sono perennemente in camera mortuaria in barba ai regolamenti comunali e alle disposizioni sanitarie, non rispettano gli orari di partenza dei funerali creando disagi e problemi alle altre partenze e quindi alle famiglie e alle imprese. Questa situazione è già stata segnalata più volte alla Direzione che non ha mai preso dei seri provvedimenti (ed è ora che si faccia chiarezza). Inoltre da quando il comune ha trasferito l’ufficio di stato civile che rilascia le autorizzazioni trasporto seppellimento e cremazione, l’orario di apertura è solo di 3 ore al giorno (9-12). Uno dei pochi comuni in Italia, di queste dimensioni, che ha questi orari ridotti specialmente per fornire un servizio così poco programmabile.
Spesso le imprese, in queste situazioni, corrono il rischio di non avere i documenti necessari alla partenza del funerale creando ulteriori disagi alle famiglie che devono già vivere una situazione particolare.
Inoltre i dati dei defunti sia per i funerali che per i riordinamenti non sempre sono disponibili perché i registri sono altrove e non sempre c’è una persona che possa consultarli direttamente. Area blu gestisce attualmente i cimiteri e relative pratiche. Hanno attivato il programma per fare le prenotazioni dei funerali e delle sepolture on line. Quando il programma si blocca o registra errori grossolani dall’ufficio del Piratello comunicano alle imprese che devono chiamare la ditta che gestisce il programma, una ditta delle Marche. Quando funziona e si inseriscono tutti i dati richiesti poi l’ufficio cimiteri chiede di inoltrare immediatamente il cartaceo in originale. Doppio lavoro, doppio tempo perso e doppia burocrazia, infatti in questo modo alle imprese di pompe funebri serve una persona che si sposti continuamente dal Comune al Cimitero più volte per la stessa pratica. Infine il regolamento di Polizia Mortuaria nazionale prevede che le bare siano costruite con dei requisiti e che portino il timbro a fuoco del costruttore per non perderne la tracciabilità. Tali controlli devono essere eseguiti dall’igiene pubblica che spesso è stata sensibilizzata su questo problema, nulla di fatto. Ebbene pare che si stiano smerciando per il 70% bare di dubbia provenienza, Cina e paesi dell’Est le quali non hanno le caratteristiche richieste. Questo crea una concorrenza sleale e una posizione impari sul mercato rispetto a chi opera nelle regole.
Mi aspetto che la Direzione dell’Ausl s’interessi immediatamente a queste criticità e faccia chiarezza su queste particolari situazioni che penalizzano chi lavora quotidianamente attenendosi ai regolamenti e alle disposizioni sanitarie del settore.
Simone Carapia – Consigliere comunale e del Nuovo Circondario Imolese – Lega Nord