Imola Discarica TreMonti Vediamoci Chiaro
Con la sentenza n. 16/2018 del Tribunale Amministrativo Regionale ha trionfato la legalità confermando quanto stiamo dicendo da due anni. La discarica Tre Monti non ha le autorizzazioni necessarie per poter essere sopraelevata.
Riportiamo un breve stralcio della sentenza del TAR:
…Ciò detto, dagli atti di causa si evince chiaramente che il progetto per la realizzazione del 4° lotto, su cui grava uno specifico vincolo, ha seguito un iter parallelo a quello per la realizzazione della sopraelevazione e ciò malgrado la formale separazione dei due interventi. Orbene, tale circostanza avrebbe dovuto condurre la Regione a valutare, ai fini del corretto iter procedimentale, l’impatto ambientale in un’ottica complessiva dell’intervento. Sul punto, costituisce massima giurisprudenziale consolidata quella secondo cui il potere di controllo del Ministero dei beni culturali ai sensi dell’art. 146 del d.lgs. n. 42 del 2004, si estende oltre il dato meramente cartografico del vincolo o di quello fisico del bene tutelato…
E’ sufficiente questo breve passaggio per dimostrare come gli errori non sono banali “vizi di forma” ma un ben più pesante e strutturale DIFETTO DI ISTRUTTORIA, sia sotto il profilo formale della mancata e corretta valutazione del parere del MiBACT sia per non aver fatto correttamente la Valutazione di Impatto Ambientale. A differenza di quanto dichiarato dalla Gazzolo ribadiamo fortemente le gravi carenze nella valutazione dell’inquinamento della discarica nelle molteplici matrici sia all’interno che all’esterno del perimetro, compresa una corretta valutazione di impatto sanitario. Quindi non solo ripartire da ZERO, ma fare RETROMARCIA e iniziare a recuperare parole come INDAGINI, ANALISI, BONIFICA…E DANNI….
Peraltro il TAR, a fronte di tutte le altre nostre contestazioni di procedura e di merito si è fermato a giudicare il primo motivo come già sufficientemente grave ma non ha minimamente escluso tutte le altre criticità altrettanto gravi e forse anche più, tra cui, appunto, quelle sanitarie e di inquinamento ecc…
In particolare riteniamo fondamentale che venga fatta una seria bonifica con un monitoraggio giornaliero. Ad oggi sappiamo poco della piccola bonifica già fatta e gli ultimi dati in merito pubblicati da Arpae (anche se con ritardo e senza alcuna divulgazione alla collettività locale) hanno confermato la stessa grave situazione di contaminazione che era precedente agli interventi. Pretendiamo massima serietà da parte di tutte le parti coinvolte.
La Regione Emilia Romagna ne esce davvero male da questa vicenda dimostrando incapacità tecnica ed anche politica, visto che ha puntato tutto su una discarica vecchia, piena di problemi ambientali ed anche vincolata dalla normativa. Con i soldi che la sentenza ci riconosce paghiamo volentieri un corso di aggiornamento all’Assessore Gazzolo, al dimissionario sindaco Manca e all’assessore all’ambiente Tronconi, sui temi tecnici ma anche su cosa significhi la partecipazione pubblica dei cittadini alle decisioni politiche di gestione del territorio.
A questo punto vogliamo vedere rispettata la sentenza e chiusa la discarica e ricordiamo che i rifiuti non devono andare in discarica bensì recuperati e riciclati, ed è su tali obiettivi di legge che la politica deve urgentemente investire e far muovere l’economia circolare.