Dal 10 al 14 gennaio 2018 Nuovo Teatro/Fondazione Teatro della Toscana presenta LAURA MORANTE in LOCANDIERA B&b di Edoardo Erba con ( in o.a.) Giulia Andò, Bruno Armando, Eugenia Costantini, Vincenzo Ferrera, Danilo Nigrelli, Roberto Salemi scene e luci Gianni Carluccio, costumi Alessandro Lai, suono Hubert Westkemper, aiuto alla regia Luca Bargagna, regia di Roberto Andò
PERSONAGGI e INTERPRETI
Laura Morante – Mira
Giulia Andò – Orte
Bruno Armando – Albi
Eugenia Costantini – Deja
Vincenzo Ferrera – Brizio
Danilo Nigrelli – Riva
Roberto Salemi – Poli
LO SPETTACOLO
In un’antica villa che sta per essere trasformata in albergo, Mira si ritrova coinvolta in una strana cena organizzata dal marito con ambigui uomini d’affari. Il marito non si è presentato e tocca a lei gestire una serata di cui non capisce clima e finalità. Il suo unico punto di riferimento, il contabile della società, a metà della cena se ne va senza spiegazioni lasciandola in balia degli ospiti. Finché arriva uno sconosciuto che le chiede una stanza per riposare. I due sembrano irresistibilmente attratti e Mira si appoggia a lui per affrontare una situazione al limite del lecito, mentre via via si aprono squarci inquietanti sulle attività del marito assente. Col procedere della notte, il gioco si fa sempre più pericoloso e ineluttabile. Ma che parte ha Mira? Davvero è così ingenua e sprovveduta come ci ha lasciato credere?
Humor nero, intrighi, crimini, infatuazioni: la commedia di Edoardo Erba, disegnando il sorprendente profilo di Mira, traccia con surreale leggerezza un inedito ritratto dell’Italia di oggi, un paese amorale, spinto dal desiderio di liberarsi, una volta per tutte, del proprio passato, ingombrante e ambiguo, e ricominciare daccapo.
Tra pop e pulp, la versione di Edoardo Erba del classico settecentesco modernizza l’eroina goldoniana facendone una dark lady seducente e temeraria, che dietro la maschera di apparente fragilità, nasconde una donna forte e risoluta.
Laura Morante
Tra le più ricercate attrici italiane, modello di donna affascinante ma anche inquieta e appassionata, Laura Morante nasce il 21 agosto 1956 a Santa Fiora, in provincia di Grosseto. Dopo aver lavorato giovanissima per il teatro, esordisce nel 1979 nel cinema in “Oggetti smarriti”, per la regia di Giuseppe Bertolucci, al quale, con lo stesso regista, segue l’anno successivo “La tragedia di un uomo ridicolo”.
Subito dopo attraversa i “Sogni d’oro” (1981) di Nanni Moretti, interpretando Silvia, l’unica studentessa attenta ad ascoltare la lezione su Leopardi svolta dal professor Michele Apicella. Viene ancora rincorsa nei pressi di una scuola (“Bianca”, Nanni Moretti, 1984), da quel professore (stavolta di matematica), con il quale vive una difficile storia d’amore. Con Gianni Amelio gira “Colpire al cuore” e a partire dalla metà degli anni ’80 si divide tra impegni all’estero (assieme a registi come Joao Cesar Monteiro, Alain Tanner, Pierre Granier-Deferre) e in Italia (con Monicelli, Risi, Del Monte, Amelio, Salvatores).
Dalla metà degli anni ’80 Laura Morante si trasferisce a Parigi dove gira molti film e acquista la popolarità televisiva comparendo in un serial di sette puntate diretto da Paul Vecchiali. Contemporaneamente continua ad essere attiva in Italia, dove la vuole Gianni Amelio per “I ragazzi di Via Panisperna”. In seguito dimostra di potersi misurare anche con ruoli meno drammatici, come quello di Vittoria, la speaker radiofonica innamorata di due amici, Fabrizio Bentivoglio e Diego Abatantuono (“Turnè”, Gabriele Salvatores, 1990).
Sempre in Italia, dopo aver preso parte allo sceneggiato televisivo “La famiglia Ricordi” (Mauro Bolognini, 1995), Laura Morante si sposta dalla Sicilia settecentesca di “Marianna Ucria” (Roberto Faenza, 1997) ai lidi estivi dei nostri giorni per “Ferie d’agosto” (Paolo Virzì, 1996), una commedia che mette in risalto le sue doti di attrice brillante, confermate in “Liberate i pesci” (Cristina Comencini, 2000). Una dimensione che le risulta particolarmente congeniale pur continuando ad essere cercata per rappresentare sul grande schermo ogni genere di disagi e lacerazioni.
Nel 1998 è una sociologa morbosamente assillata dal sesso a causa di una scabrosa esperienza vissuta durante l’infanzia in “Lo sguardo dell’altro” di Vicente Aranda e poi Anita in “L’anniversario”, di Mario Orfini, una moglie infelice, che invece di celebrare in serenità il suo matrimonio ha una violenta lite con il marito.
Perennemente insoddisfatta, amante da sempre del teatro che in fondo rappresenta il suo humus naturale (anche per via di una recitazione intensa quanto poche altre), è tornata di nuovo a calcare le scene, spinta dalla voglia di migliorarsi, con “Le relazioni pericolose” dirette da un’inedito Mario Monicelli, e poi con “Moi”, di Benno Besson. Al cinema invece la troviamo sempre in ruoli di primo piano in quasi tutti i più importanti film italiani degli ultimi anni, da “La stanza del figlio” (2001) di Nanni Moretti, a “Vajont” (2001) di Renzo Martinelli, fino a “Un viaggio chiamato amore” (2002, con Stefano Accorsi) di Michele Placido, “Ricordati di me” (2002, con Monica Bellucci) dell’ormai affermato Gabriele Muccino. Dopo il film TV “Madre Teresa” (2003), nel 2004 troviamo Laura Morante in “L’ amore è eterno finchè dura” insieme a Stefania Rocca e Carlo Verdone, che ne è anche il regista.
Tra i film successivi: “L’impero dei lupi” (2004, di Chris Nahon), “Cuori” (2006, di Alain Resnais), “Il nascondiglio” (2006, di Pupi Avati), “L’estate del mio primo bacio” (2006, di Carlo Virzì), “Le avventure galanti del giovane Molière” (2007, di Laurent Tirard). Nel 2012 debutta alla regia con “Ciliegine”, un film commedia italo-francese, opera prima, seguito da “Assolo”, film del 2016, diretto e interpretato da Laura Morante.