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“AGRICOLTORI IN BOLLETTA CON LA TRAPPOLA DEI CERTIFICATI ANTIMAFIA 500 AZIENDE NEL CIRCONDARIO A RISCHIO CONTRIBUTI”

 

Tutti gli agricoltori che ricevono più di 5.000 euro all’anno di contributi Pac, dovrebbero presentare la certificazione antimafia, altrimenti potrebbero rischiare di non ricevere i contributi comunitari legati alla domanda unica 2017. Lo stabilisce la legge n.161 sulle “Modifiche al Codice delle leggi antimafia”, entrata in vigore nei giorni scorsi.

Questa ennesima complicazione burocratica nasce peraltro dall’entrata in vigore di una nuova legge che apparentemente sembrava ininfluente per il mondo agricolo. E invece all’articolo 28, intitolato “Acquisizione dell’informazione antimafia per i terreni agricoli che usufruiscono dei fondi europei”, si legge che la certificazione antimafia viene richiesta anche per i terreni agricoli che ricadono nell’ambito dei sostegni previsti dalla Pac.

Lo scorso 14 novembre un emendamento votato in tutta fretta dal Parlamento ha fissato a 5.000 euro il limite dei contributi Pac oltre il quale è obbligatorio presentare il certificato antimafia, tuttavia le aziende interessate da queste ennesimo balzello sono oltre 200 mila in Italia e 500 aziende nel circondario imolese. In questi giorni abbiamo ricevuto moltissime telefonate di produttori agricoli preoccupati. Questa trappola del certificato Antimafia blocca i contributi di 500 aziende agricole del circondario. Le più “bastonate” sono quelle della vallata che hanno già subito la piaga della grandine a Pasqua.

Quello che sta succedendo in Parlamento con i certificati Antimafia è veramente vergognoso. Dopo i prezzi da mancia che hanno ricevuto le nostre aziende agricole dalle produzioni e la presa in giro dello Stato di Calamità (sono rimaste con un pugno di mosche, nonostante le rassicurazioni del PD locale e dell’assessore del Comune di Imola Raffini che pareva essersi prodigato per cercare di far risarcire i danni, senza però ottenere nessun risultato), gli operatori del settore attendevano questi contributi come una manna dal cielo per finire di pagare e per cercare di sopravvivere. Dopo che gli agricoltori locali sono stati privati del diritto allo stato di calamità naturale, questo Governo lascia gli agricoltori in bolletta. Ci auguriamo che nei prossimi giorni le Istituzioni trovino la soluzione per sbloccare l’erogazione di contributi economici che sono vitali per le nostre aziende agricole, anche perché già conosciamo bene la lentezza di Agea nell’erogare i fondi della Pac e se aggiungiamo anche queste “trappole fatte in casa” significa che vuole penalizzare il settore primario, una delle poche eccellenze rimaste nel nostro territorio.

Marco Casalini – Segretario Lega Nord sezione Imolese

Simone Carapia – Consigliere Comunale e del Nuovo Circondario

Daniele Marchetti – Consigliere Regionale