Il Partito Democratico, oltre a non voler fare esprimere i cittadini tramite un referendum sulla questione autonomia e Regione Romagna, a Imola nega addirittura lo svolgimento di un Consiglio Comunale aperto che informi la cittadinanza.
Dopo aver affossato il referendum consultivo proposto pochi anni fa, che chiedeva ai cittadini se volevano entrare nella Città Metropolitana, adesso negano addirittura lo scambio di informazioni e rifiutano trasparenza e democrazia su queste proposte fatte dalla Lega Nord bocciando una mozione sul tema.
Ieri, durante il dibattito in Consiglio Comunale a Imola, abbiamo trovato i piddini in forte difficoltà perché, per loro, scoprirsi autonomisti così in fretta è stato imbarazzante e fastidioso. Questi novelli federalisti volevano svuotare le regioni e togliere le province con l’ultimo referendum perso da Renzi. Adesso, invece, sono per l’autonomia e addirittura vorrebbero fare un provincione romagnolo sul modello del fallimentare ente di secondo grado (ovvero con rappresentanti non eletti dai cittadini) conosciuto da tutti come Nuovo Circondario Imolese.
La rivendicazione di una maggior autonomia, come Lega Nord, viene spinta da anni e non nasce in questi giorni come in casa piddina. Il nostro territorio invia tantissimi, per non dire troppi, soldi a Roma, che non hanno una ricaduta in loco e vede un grave squilibrio rispetto al territorio emiliano. Attraverso queste iniziative, proposte dalla Lega Nord anche in Regione, ci sarebbero sicuramente più risorse per le nostre imprese, i nostri concittadini, per l’agricoltura e soprattutto per la sicurezza e il sociale che hanno criticità evidenti sul Santerno. Restando uniti all’Emilia, invece, molte risorse finiscono a uso esclusivo di quella parte della Regione.
L’idea di governance del territorio per la Lega Nord è chiara diversamente dal Pd la cambia a seconda degli interessi personali e carrieristici. Voglio ricordare che Manca, quando si dimise da vice sindaco metropolitano, dichiarò che non era necessario stare con Bologna e guardò per alcuni mesi alla Romagna, fino a che non si ricompose la frattura con i piddini bolognesi e tornò al suo scranno.
La proposta di avere una Regione Romagna venga presa in considerazione della sua peculiarità culturale, storica e geografica. Si costituisca un’entità regionale autonoma denominata “Regione Romagna” con propria Assemblea Regionale e un proprio Governatore, senza ulteriori costi per la finanza pubblica. Qualsiasi persona nella nostra terra si sente innanzitutto romagnolo, non emiliano-romagnolo, ma su questo i cittadini non si possono esprimere con il voto e soprattutto, da ieri, a Imola non se ne deve più parlare.
Simone Carapia – Consigliere Comunale – Lega Nord
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