Innovativo servizio di integrazione ospedale-territorio sperimentata dalla UOC di Gastroenterologia di Imola
Se ne parla sempre di più, la sanità del futuro si farà soprattutto sul territorio, perché crescono le malattie croniche che non necessitano di un ricovero ospedaliero, ma di una presa in carico domiciliare. Una sfida presa al balzo dalla UOC di Gastroenterologia della nostra azienda sanitaria, che in 15 anni di attività ha sempre fatto dell’innovazione tecnica, tecnologica ed organizzativa il suo cavallo di battaglia. Così dal luglio scorso, verificata una crescita dei bisogni dei pazienti con malattie croniche gastroenterologiche, o che necessitavano di una valutazione gastroenterologica, ha attivato un progetto di integrazione ospedale-territorio del tutto innovativo, che ha dato ottimi risultati e che oggi può dirsi a tutti gli effetti consolidato.
“Per quanto questo progetto possa apparire di semplice realizzazione, esso necessita di un’ottima organizzazione delle risorse e di una forte capacità di lavorare in équipe multiprofessionale (medici specialisti e infermieri territoriali) – spiega il Prof. Giancarlo Caletti, direttore della UOC di Gastroenterologia ed endoscopia dell’Ausl di Imola – Sono infatti un medico gastroenterologo ed una infermiera che, due o tre volte alla settimana circa, a seconda delle esigenze, escono sul territorio per effettuare queste consulenze domiciliari o presso le strutture residenziali per anziani. Si tratta di un servizio davvero innovativo, che oltre ad andare incontro ali bisogni dei pazienti e delle loro famiglie, evita molti accessi in pronto soccorso e ricoveri non necessari”.
150 gli accessi effettuati in un anno di attività, in molti casi pazienti che sarebbero stati costretti a ricorrere al 118 o al trasporto infermi programmato per recarsi in Pronto Soccorso o in ospedale a risolvere il loro problema, perché impossibilitati ad un trasporto non barellato. “I pazienti a cui il servizio è dedicato sono in genere molto anziani e con comorbilità complesse ed impossibilità a spostarsi autonomamente da casa per venire in ospedale – spiega Elena Teci, care manager della direzione infermieristica, oltre ad effettuare gli accessi domiciliari con lo specialista si occupa della programmazione del servizio – Nella maggior parte dei casi sono già seguiti dall’assistenza domiciliare infermieristica o integrata, ma è sempre il medico di medicina generale che attiva il nostro servizio, sia verso il domicilio che per anziani ospiti di strutture. La richiesta viene valutata dallo specialista gastroenterologo e quindi si programma l’accesso, con tempi che dipendono dalla priorità della situazione clinica. Spesso, se il gastroenterologo non ha mai visto prima il paziente, viene organizzata una prima visita di valutazione generale e di inquadramento. Una volta svolta la consulenza, il referto viene trasmesso all’assistenza domiciliare infermieristica o integrata o alla struttura ospitante ed il curante viene informato della visita domiciliare, perché è fondamentale che la nostra attività si integri pienamente con quella dei colleghi che hanno in carico il paziente. Anche i famigliari care givers sono importanti, infatti spesso richiediamo la loro presenza durante le nostre visite, sia per la gestione dei consensi, sia per fornire loro alcune informazioni generali sulla gestione del loro caro”.
.
Tra le richieste più frequenti a cui questa équipe integrata risponde troviamo la sostituzione o l’inserimento di sondini naso-gastrici o di gastrotube e le visite gastroenterologiche. “Quando possibile cerchiamo di rispondere anche alle urgenze dell’ultima ora, anche se il servizio nasce come programmato e non sempre è possibile. In alcuni casi può essere anche solo l’infermiera a gestire alcune urgenze a minor complessità, ma la valutazione viene sempre fatta con il medico specialista”.
E tutti i medici del reparto imolese, a turno, effettuano questo servizio. “E’ importante che questo patrimonio culturale di attività clinica al domicilio sia diffusa tra tutti i professionisti – conclude il Prof. Giancarlo Caletti – Si tratta infatti di una nuova esperienza che nessun altro in regione e in Italia mi risulta abbia mai attivato a cui tutti i nostri professionisti sono orgogliosi di prendere parte”.