«Siamo passati dal sindaco con la bandiera della pace e della percezione d’insicurezza al primo cittadino vice-sceriffo per recuperare voti». E’ l’affondo firmato da Simone Carapia (Forza Italia) all’indomani del contestato arrivo a Imola del ministro dell’Interno Marco Minniti, in città per partecipare a un incontro organizzato dal Pd al Molino Rosso. «Con la protesta di Trama di terre e sinistra pareva fosse sbarcato sul Santerno Matteo Salvini – attacca ancora l’azzurro –, invece era la visita di un ministro che sul tema sicurezza ha fatto le stesse giravolte del nostro primo cittadino, pronto a qualsiasi cosa pur di andare a Roma». Così, mentre sul fronte immigrazione il Pd «non affronta – secondo Carapia – la questione dell’arrivo di altri 279 profughi nel circondario» e resta «alla larga dal problema che investirà il territorio nelle prossime settimane», sul tema della sicurezza il partitone «gioca a fare il governo di centrodestra». Sempre nell’interpretazione di Carapia sarebbe questo «il solito modo di prendere in giro i cittadini», mentre «i ‘rosiconi’ (così il sindaco Daniele Manca e il segretario del Pd imolese Marco Raccagna hanno ribattezzato gli esponenti di opposizione, ndr) rimangono allibiti. Ricordo ancora – conclude il capogruppo di FI – quando chiedemmo un Consiglio ad hoc sulla sicurezza e il sindaco ce lo negò. Allora non ambiva ancora alla stella da aiuto-sceriffo: come cambiano le cose sul Santerno…».